Calendario Avvento 2020

Racconto di Natale interattivo

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    Un BerenixRacconto di Natale

    🎁 Scritto da: tutti noi! 🎄



    Ciao a tutte belle chiome! Si avvicina il Natale ed abbiamo deciso, come tutti gli anni, di proporvi qualche attività divertente da fare insieme... A tal proposito, abbiamo pensato di estrarre una carta a partire dal 1 dicembre e sulla base dell'immagine della carta estratta di inventare un racconto. Partirò io, il primo dicembre, con l’inizio del racconto (pubblicherò la foto della carta estratta e il primo pezzo del racconto) mentre la persona dopo di me, scelta in ordine di prenotazione, il 2 dicembre, estrarrà un'altra carta proseguendo così il racconto (Tutto questo fino al 25 dicembre).
    Potranno partecipare anche coloro che non dovessero avere un mazzo! In quanto, Morgana, si occuperà di pescare al loro posto. Ovviamente coloro per i quali verrà estratta la carta dovranno comunque partecipare attivamente al gioco inventando la propria parte di racconto sulla base dell'immagine della carta estratta per loro.

    Chi volesse partecipare può prenotarsi qui sotto!

    ⬇️



    Il Racconto ✍️


    5D7FADCF-B135-4C8C-AABB-0CDEFDB3DE0A C72346E6-AAA6-4735-AEF6-CD9EE143D7E8 Regina di Denari
    CITAZIONE (MezzaLuna. @ 1/12/2020, 13:50) 
    C'era una volta una giovane e povera ragazza che, durante la sua solita passeggiata nei boschi, in cerca di qualcosa da mettere in tavola per la sua famiglia, si imbattè tra i rovi in una grande moneta d'oro luccicante con una grande stella impressa sul metallo...stupita e incredula, la prese fra le mani e come per magia, si ritrovò improvvisamente adornata come una regina, con tanto di corona, seduta su un trono in mezzo alla boscaglia.

    animated-number-image-0061 5A3CEE8B-6895-46A8-9827-D7910332BE05 Sei di Bastoni
    CITAZIONE (La Fee Verte @ 2/12/2020, 09:57) 
    La ragazza rimase stupita, incredula. Già immaginava tutto quello che avrebbe potuto fare per la sua famiglia.
    Nel mentre, al castello lì vicino c'erano grandi festeggiamenti: i cavalieri del re tornavano vittoriosi da una lunga ed estenuante battaglia. Tutta la gente si accalcava intorno per vederli passare, in sella ai loro maestosi cavalli. Il primo cavaliere, commosso da tanta festa, porse una coroncina di alloro ad una giovane ragazza, poi si diresse verso il palazzo, dove avrebbe incontrato il re.

    animated-number-image-0178 10F7335D-DFC0-4957-AD09-92F11E098BA1 Quattro di Spade
    CITAZIONE (Elfica @ 3/12/2020, 13:18) 
    Appena arrivato al castello il primo cavaliere fu informato di una sciagura inaspettata. Il re aveva avuto, pochi minuti prima, un grave malore. Nessuno sapeva cosa poteva essergli capitato. Era riposto sul suo letto, immobile. Allorché fu chiesto al primo cavaliere di andare subito alla ricerca di qualcuno o qualcosa che potesse risolvere l’imminente disgrazia

    animated-number-image-0189 A1A23FF7-566D-4DB3-9803-0EBB8363E077 Tre di Denari
    CITAZIONE (AstreaLuna @ 4/12/2020, 20:54) 
    Il cavaliere si mise subito alla ricerca di qualcuno che potesse risolvere la situazione, così, imbattendosi nel bosco non sapendo dove andare, incontrò tre donne. Una giovane, una adulta ed una anziana. Le donne, essendo streghe veggenti, sapevano già cosa ci facesse li il cavaliere, cosi' gli offrirono una potente pozione che guariva ogni male, prodotta con un capello della donna giovane, una goccia di sangue dell'indice della donna adulta, completato con l'antico rituale recitato dall'anziana.
    Il cavaliere ritornò subito dal re e mise il calice con la pozione sotto il suo letto, e come per magia sembrava stare subito meglio.

    animated-number-image-0055 DFE442F0-22BD-4949-BD5D-FCE849F73600 LA MORTE
    CITAZIONE (radagast @ 5/12/2020, 20:05) 
    V'è da sapere che quando il Re giaceva malato, nella sua camera apparve un enorme cavallo, bianco come un lenzuolo sudato, e che nessuno in seguito riuscì a capire da dove era entrato, visto che secondo i domestici al garrese era ben più alto del baldacchino reale, e con la criniera spazzolava il lampadario di diamanti. La bestia scalpicciò scivolando sul marmo del pavimento come per frenarsi da antico incessante galoppo, con frastuono di mille tempeste, fumando vapore di ghiaccio dalle froge impressionanti...e fissando il Re con occhi di brage ardente!!!!!!!!!!!!!!!!
    Ei teneva in arcion un cavaliere nero come il carbon, tanto stanco da sembrare morto alquanto. Il Re, sentendo tutto 'sto casino in camera si riebbe dal coma e pensò in prima battuta fosse la su moglie che russava.
    Ancora tremante per la febbre, si avvoltolò le coltri addosso, si sistemò la corona, che sembrava piuttosto una mitra, e si rivolse impavido al visitatore: ''mi sembra di avervi già conosciuto, o nobilissimo Spaventevole!''.
    Il misterioso cavaliere si sistemò la mandibola, che ciottolava sempre da un lato, e rispose con lo stesso tono baritonale ed anaffettivo che ha l'eco delle grotte di Frasassi: ''OH RE, TU MI HA VISTO ECCOME me me me, ma poi non sei mai tornato indietro a raccontarlo...E mi vedrai molte altre volte olte olte olte..e di nuovo mi dimenticherai ahi ahi ahi''.
    ''Tre persone nella tua attuale vita fecero un sacrificio per salvare te...eh eh eh eh''. ''Stavo per prendere la tua anima ma ma ma...ma in extremis il sortilegio ti salvò vò vò vò''.
    L'oscuro nobiluomo proseguì a favellare proprio come dal fondo di una caverna, o di una tazza che mai vide biscotto: ''Adesso che sei di nuovo pienamente cosciente nell'illusione che chiamate Vita (mia sorella gemella) dovrai comunque ricambiare il favore ricevuto facendo del bene ad altri esseri. Se non eseguirai l'ordine dovrò trascinarti nell'Ade..dé dé dé ''. ''Ora non c'è tempo per narrarti i dettagli''
    ''Prenderai dunque la coppa (non ti sbagliare col pitale) sotto al tuo letto, che contiene ancora preziose gocce della pozione magiciorum pelorum vaccinium. Peregrinerai così per la città dalle due torri, e anche oltre, facendo del bene o, alla finfine, qualsiasi cosa ti venghi in mente pur di continuare la storia di ciò che rimane della tua vita''.
    Il Re, ansioso di partire subito per Bologna onde evitare la neve sul passo della Futa, si tolse veloce la vestaglia e le ciabatte lidl..Poi ordinò agli stallieri di preparagli il calesse...e un ciobar caldo, perché quando ci vuole ci vuole. Ebbe l'intenzione di offrirlo anche al cavaliere, ma poi pensò che sarebbe stata una caduta di stile e omise l'offerta sul nascere.
    ''I've spoken'' disse infine il cavalierio nero, che dileguossi tosto tra le brume del mattino.

    animated-number-image-0146 A288720A-67D1-4195-8E0E-B3C298293F1C LA STELLA

    CITAZIONE (Lemon* @ 6/12/2020, 13:09) 
    Mentre s'avviava tosto verso Bologna, comparve d'improvviso una meravigliosa Fata, splendente come una Stella..

    "Sono sora Vita" gli disse graziosa e ridente come un mattino di Primavera, "t'accompagnerò nel tuo viaggio, arriveremo prima che faccia sera!".
    S'incamminarono per la Romagna, ma si sa in un posto così bello, si persero fra un vinello ed una lasagna.
    Ricordatosi della sua missione il Re si spaventò: "Sora Vita, la via abbiam smarrita, ora come farò?"
    "T'aiuterò io con incantesimi e buon umore, è quasi mattina: arriveremo in città al primo bagliore"
    Camminaron felici ed ancora un po'sbronzi, su e giù per i Bolognesi colli. La Fortuna li guidò a braccetto finchè al mattino scorsero le alte torri.

    animated-number-image-0192 B1CE1A0F-B900-407A-918B-ED4E54AFF29C Re di Coppe
    CITAZIONE (Endora @ 7/12/2020, 14:43) 
    La luce dorata dell’alba illuminò l’entrata dell’allegra combriccola tra le mura della città facendo apparire d’oro i ciottoli della via che conduceva verso il palazzo reale.

    Più tardi, dopo essersi rifocillato e cambiato d’abito, il Re entrò nella sala del trono dove sedeva un giovane uomo con un bellissimo viso e occhi color del mare, lo stesso colore della lunga tunica di seta che indossava.
    Ai suoi piedi, un meraviglioso tappeto di velluto blu ricamato con argento e perle per ritrarre le onde marine. Dietro al trono era appeso un grande arazzo raffigurante battaglie navali di un’epoca passata. “Che sovrano maestoso sarà” pensò l’anziano visitatore.
    “Principe Arialdo, figlio mio” disse il Re,
    “Benvenuto caro Padre, a cosa devo questa lieta visita a sorpresa? Ho saputo che avete avuto un malore recentemente, non dovevate prendervi il rischio del viaggio! Avrei potuto venire io da voi se mi aveste mandato un messaggero.”
    Il Re rispose, “Vi hanno informato del mio malanno ma non del miracolo che mi permette di essere ora qui dinanzi a te? Figlio, dobbiamo parlare con la massima urgenza. In privato.”

    Arialdo allora condusse il padre nelle sue stanze private e fece portare del vino. “Caro figlio, vengo per dirti che è il momento che tu salga sul mio trono e prenda il mio posto.”
    Ci fu un momento di silenzio mentre il Re osservava la reazione di stupore sul volto del figlio, che preso alla sprovvista non riuscì a proferire parola.
    “Avvenimenti indescrivibili sono accaduti dopo il mio malore.” disse l’anziano monarca che proseguì nel raccontargli della pozione magica donata dalle tre donne ultraterrene nel bosco. Di come fu strappato da una morte certa e l’incontro con la Fata che gli aveva affidato la misteriosa missione. “Ma io sono troppo vecchio.” concluse il Re, “Voglio finire i miei giorni tra le mura del mio palazzo, in compagnia della mia amata Regina. Dunque cedo a te, lo scettro del potere e la missione che mi è stata incaricata.”
    “Ma Padre...” rispose Arialdo che venne subito interrotto dal genitore:
    “Lo so, la legge impone che l’erede sia coniugato prima di salire al trono. Ne abbiamo discusso molte volte di questa tua ostinazione...”
    —“Non è ostinazione Padre!” lo interruppe prontamente Arialdo, “Non voglio sposare una delle ‘candidate perfette’ che vengono scelte per me. Io voglio trovare l’Amore vero!”
    “Ah figlio mio, siete sempre stato un sognatore. E sebbene ammiro questa vostra qualità, per quanto riguarda il dovere al trono, è un lusso che non vi potete permettere.” Il principe scosse la testa in disapprovazione mentre il re proseguiva: “Vostra madre fu scelta per me, eppure la amo più della mia stessa vita.”
    —“No” rispose Arialdo “La sceglieste tra le tante candidate perché fu amore a prima vista, me lo raccontaste voi stesso. Io non ho avuto questa fortuna! ...Ma so in cuor mio che un giorno la incontrerò, lo so per certo!”
    “Ancora pensate alla fanciulla che vedeste in sogno Figlio?” Disse un po’ scocciato il Re. “Sì padre, sì. E con il vostro permesso, mi congedo. È l’ora della mia cavalcata.”

    Più tardi mentre cavalcava in riva al fiume, vide una creatura luminosa che parlava allegramente con un salice sulle sponde dell’acqua. “Ah eccolo” disse alla pianta “È arrivato!”

    “Felice pomeriggio sua maestà.” Disse con voce spumeggiante.
    Sorpreso ma affascinato Arialdo rispose “Voi siete la Fata di cui mi ha parlato mio Padre!”
    Lei annuì e disse “Oui c’est moi! Astrella è il mio nome” con un accenno di inchino. “Dunque vostro padre vi ha accennato del compito?”
    “Sì, ma non l’ho ben compreso devo ammettere” rispose lui.
    “È semplice caro principe: il tuo destino è di diventare Re. Poiché il tuo animo nobile e sensibile porterà un periodo di pace e abbondanza a queste terre. Ma le forze del male sono sempre in agguato ed è per questo che noi creature magiche ti assisteremo.
    Io sono Astrella, Signora della Vita, il mio simbolo lo conosci, lo hai visto in sogno.”

    Il viso di Arialdo si illuminò “La Stella!” esclamò “La stella incisa sul disco che teneva tra le mani la fanciulla del mio sogno!”

    Astrella rise, una risata che sembrava quasi il suono di tante campanelle “Quando vedi la stella, inseguila! È il segno che sei sulla strada giusta!”
    Gli fece l’occhiolino e come un raggio di luce volò verso il cielo.
    Arialdo si rese conto che era scesa la sera... guardò il cielo stellato, la stella più luminosa sembrava ammiccare...
    Lui sorrise.

    animated-number-image-0067 AB59BB39-C45C-4853-B29C-EA0235594CC2 Cavaliere di Spade
    CITAZIONE (Cymbidium @ 8/12/2020, 20:45) 
    Scese il buio e il principe, si trovo difronte a una foresta incantata, sentiva che non veniva nulla di buono da lì, ma decise di inoltrasi nella foresta cupa pur di raggiungere il suo obbiettivo; all’improvviso vide il cielo colorarsi di rosso, raffiche di vento, non riusciva a capire cosa stesse succedendo , cosa stava avanzando verso di lui terrorizzato. Era un drago con una vista acuta con l'agilità di un'aquila e la forza di un leone...Come qualsiasi drago che si rispetti sputava le fiamme e come gli altri draghi, era ricoperto di scaglie grigie a fargli da corazza e "armato" di artigli per attaccare e difendersi, occhi profondamente rossi.
    Ma chi c’era in sella?!si chiese...una guerriera, un’ elfa fatata, così bella, temeraria come un’ amazzone in sella al suo cavallo, una bellezza molto particolare, mai vista prima.
    Lei era l’Elfa fatata che sorvegliava la foresta incantata, vestita con un uniforme blu, molto particolare, perché aveva degli stivali alti fin sopra al ginocchio con uno scudo per proteggere, una tuta blu e viola e dei guanti lunghi fin sopra l’avambraccio; più si avvicinava e più il principe coglieva maggiori dettagli di quell’essere fatato.
    Con una spada agguerrita volava verso di lui, temendo per le biglie il drago, aveva una borsa a tracolla da cui proveniva una luce.
    Il principe cercó di parlare e raggiungere un accordo con lei, ma niente lei sembrava stregata, aveva degli occhi rosso sangue, voleva solo combattere e difendere la sua foresta da ogni essere estraneo e preservarla.
    Il principe si trovò a sostenere un combattimento vero e proprio con il drago e suoi artigli, palle infuocate e colpi di coda. Ma niente da fare, la spada e lo scudo del principe fecero la differenza e, alla fine, il drago dovette soccombere di fronte al suo avversario, l’Elfa scese dal suo amato drago e continuó a combattere a tu per tu.
    Le ali del l’Elfa le permettevano di schivare più di qualche colpo ma il principe non capiva come potesse avere tale brutalità un essere così fatato, e il suo sguardo posó su quella luce che diventava più forte quando lei sferrava l’attacco, così capì che la sua grinta guerriera derivava da lì.
    Il principe attuó una mossa combattiva strategica e disarmó l’Elfa inaspettatamente e con un’altra mossa taglio con la sua spada la tracolla della borsa mentre lei cercava di fuggire, cadde a terra la borsa e lei smise di avere quei occhi spaventosi, tornando in se è gridó :”Fermo non la prendere è una pietra incantata che costringe chi la tocca a fare del male, io sono caduta vittima di un sortilegio fatto da Tarin, una strega che vive dopo questa foresta, stai attento lei trae in inganno molte persone e poi le usa come suo esercito!!” Il principe la ringrazió e continuó la sua missione...

    animated-number-image-0029 89DB2101-17EB-4D03-AD24-C67E25B77DFD IL GIUDIZIO
    CITAZIONE (Annie76 @ 9/12/2020, 23:10) 
    Il cavaliere camminò a lungo all’interno del bosco incantato. Alte querce dall’enorme fusto, abeti immensi di antica memoria lo osservavano mentre con fare circospetto avanzava inoltrandosi nel fitto della verdura. Il principe Arialdo non provava timore, curiosità semmai, molta curiosità; sapeva di dover andar incontro a molte peripezie per trovare ciò che cercava. “Nulla si ottiene se non a costo di fatica e sudore” - pensava tra sé e sé - “in fondo ho aspettato tanto prima di ammogliarmi, cosa sarà mai dover pugnare ancora un altro po’. L’importante è che io trovi una pulzella di chiara onestà e buona favella che non mi faccia vergognare per fama o morir di noia”. Mentre occupava la mente con simili meditazioni, le sue orecchie furono colpite da un suono lontano sempre più pervicace. “Sarà quella Tarin di cui parlava l’Elfa?” si chiese. E già formava nella sua mente l’immagine della stregaccia...luridi capelli, di certo, le incorniciavano il volto, viranti verso il volto, ne era sicuro, qualche comedone ben nutrito rosso e purulento, gobba sporca e laida. Intanto ai lati del sentiero che percorreva iniziarono ad apparire delle tombe. “Saranno sconsacrate” - si disse - “ d’altronde quale folle accetterebbe di essere ricoperto di terra in una simile magione eterna!”. Il puzzo di carne macinolenta si avvertiva così forte che solo uno stomaco fiero quale quello del suo padrone avrebbe potuto sostenere i ripetuti colpi dell’odorato. Il principe Arialdo si coprì il volto con un foulard, perché anche ai principi è concesso un po’ di stile, e continuò il suo cammino. I sepolcri ai lati della stradina iniziavano, però, ad apparire aperti e vuoti mentre il suono aumentava di volume. Fu allora che la vide. Occhi grandi e neri, capelli biondi e corposi, da affondarcisi dentro, spalle tornite e alla cui sommità si ergevano come torri perentorie e minacciose due brillanti ali color carminio. “Che prodigio è mai questo? Che io, così giovane, sia già stato chiamato a ricondurmi al Creatore. Io che finora ho potuto affrontare solo una debole elfa più buona per il macello che non per un cavaliere forte e vigoroso come me! Che destino infausto e infame mi costringe a ceder le armi prima ancora di averle impugnate! Morirò vergine e disperato!”. Lo sconforto ne aveva ormai fatto la sua preda. In fondo era un uomo, e, qui quanto tale, per sua fortuna, poco perspicace. Più che l’Angelo del Giudizio quella che aveva appena veduto era proprio la strega di cui l’Elfa gli aveva parlato che stava, con prodigi incantati, risvegliando e chiamando a raccolta i morti per farne il proprio personale esercito e volgere alla conquista del regno. Quando il povero principe Arialdo riprese il dominio di sé inizio a individuare in modo più preciso i contorni e la fisionomia della strega Tarin che, nel frattanto, si era accorta dell’inatteso e non gradito ospite, ed aveva pertanto smesso per un momento di procedere a i suoi piani. Per sfortuna del principe Tarin aveva udito tutto e non aveva preso troppo di buon grado l’esser da tal personaggio confusa con un maschio, per quanto di nobili natali e ancor più eccelsi compiti futuri. “Come osi tu apostrofarmi così essere misero che non sei altro?”, gli disse assai stizzita. “Io sono femmina e donna, ancor meglio una strega: la strega Tarin!”. Il principe ormai preda più della vergogna che della paura si affrettò a presentare una qualche scusa. “Nobile Tarin, non avermene ti prego. La tua maestà, il tuo splendore di donna e strega mi confusero a tal punto che mal parlai. Mai ti avrei potuta confondere con un vile essere maschile. Tu grande, tu potente, tu bella. Concedimi di porre rimedio alla mia mal parola!”. Tarin lo scrutò con sguardo sospettoso, ma era una donna e lui un uomo e alla fine gli credette.

    T85NrwzD8C2712F-54F8-4338-871C-4ED589DCD0B2 Cavaliere di Bastoni
    CITAZIONE (Seasmoon @ 10/12/2020, 22:15) 
    «Bene straniero, la mia grazia costa quanto il mio prestigio.» sentenziò la strega che appannata dalle riverenze dell’ossequioso ospite non sospettò che nella sua tana fosse caduto il topo giusto, l’acerrimo nemico, colui cui era stata affidata la missione di proteggere il regno e riportare la pace. Sarebbe bastato un piccolo cenno e il suo esercito di morti si sarebbe risvegliato per lei, avrebbe ucciso quell’uomo ancora acerbo del suo compito e il fato sarebbe stato dalla sua parte. Ma il destino beffa anche i malvagi e la strega accecata dalla bramosia pensò invece di accaparrarsi l’ennesimo viandante per il suo esercito: «So che posso far affidamento sul tuo buon onore Cavaliere, lo si vede dalle medaglie che porti, e so che chiederò cosa da nulla se ti dicessi che il tuo compito per ingraziarmi è condurre una pietra per me preziosa alle porte della città, dal sovrano in persona.»
    Alla parola “pietra” Arialdo trasalì, sapeva bene quello che gli stava chiedendo Tarin, tentava di condurlo in tranello proprio come era capitato all'elfa del bosco, vittima del ciottolo stregato; cercò quindi di dissimulare la sua intuizione e rimase zitto a riordinare quel pensiero.
    Per sua fortuna non possedeva un’espressione scaltra e la strega continuò indisturbata il discorso, scandendo e anche rallentando il ritmo delle parole per essere sicura che il suo interlocutore capisse: «Più che un favore è un dono che io ti porgo, in segno di fiducia,» Tarin alzò imponente il braccio sinistro e un sasso si levò lentamente da terra fino alla sua altezza riempiendosi di luce. La strega si inorgoglì ma la controparte manteneva la stessa espressione beota di chi non capisce la portata dell'evento, e lei quasi infastidita proseguì con ancor più solennità «appena avrai in mano questa pietra sentirai la vibrazione potente del vento, la foga del fuoco, la resistenza della terra e l’impetuosità dell’acqua, il tuo cuore batterà più forte e il tuo animo sarà più potente, i tuoi veri desideri prenderanno forma: diventerai il più poderoso dei combattenti, dalla forza sovrumana, e sarà sempre più difficile batterti. Ma devi rispettare il patto e portare la pietra come mio personale messaggio al regno, nelle mani del Re.»
    Il piano della strega di creare trambusto inviando mine vaganti qua e là era a questo punto palese ad Arialdo, che grazie al teatrino aveva avuto il tempo di ragionare sui fatti e mise perciò in atto un gesto di furbizia che poco si addiceva al suo animo impulsivo e orgoglioso: accettò. Sapeva bene che non poteva battere una strega così potente da solo e riconobbe subito che il non essere stato riconosciuto poteva andare a suo vantaggio e dargli il tempo per capire come distruggere Tarin e il suo esercito inanimato.
    Il principe si avvicinò alla padrona di casa riappropriandosi di un po’ del coraggio che era solito vestire, la guardò negli occhi e riepilogando il gesto della strega con la mano opposta afferrò la pietra - «Sarà fatto, mia Signora.»
    «Bene» punzecchiò Tarin compiaciuta che la preda avesse abboccato «ricorda che io so sempre dove sono le mie pietre nel bosco.»

    Arialdo capì che doveva sbrigarsi, sapeva che la malvagità della pietra avrebbe stillato la parte più oscura della sua anima. Balzò a cavallo e lo speronò allontanandosi veloce da quel lugubre luogo, un po’ per paura di essere ancora riconosciuto, un po’ per la fretta di non rendere vana quell’arguzia e uscire dal bosco al più presto. Al galoppo la magia della pietra iniziò a insinuarsi: il pelo dell’animale si indurì fino a diventare ferro e gli occhi, la criniera e la coda esplosero fiammeggianti di fuoco mentre la velocità del galoppo raggiungeva picchi mai visti; Arialdo sentì la barba crescere e un nuovo elmo avvolgergli il volto, alle braccia e alle gambe si avvilupparono protezioni in metallo e l’azzurro dei suoi occhi lasciò il posto ad un nero pece iniettato di sangue ma a sconcertarlo veramente fu ciò che accadde nella sua testa: desideri reconditi stavano riecheggiando ossessivi, e da una zona profonda e inesplorata partiva un vagito: voleva la gloria, voleva il sangue.

    Il principe stava resistendo come poteva al potere della pietra, tutto sommato la strega non aveva indovinato il suo desiderio più grande: trovare la ragazza del suo sogno, l’amore vero. Si aggrappò forte a quel pensiero e in quel momento vide un fiore a terra a forma di stella, ricordando il consiglio della Fata fece per coglierlo nel mezzo della corsa ma pescò un piccolo fusto a tre rami, capì che non era casuale e ci incastonò la pietra. Era più facile controllarla se non era a contatto con il corpo. Ma quel sortilegio era così potente che il dubbio in lui era già instillato: davvero l’amore sarebbe stato più forte di quei desideri? Stava ancora salvando il regno o adesso era lui che doveva essere salvato?
    Alzò gli occhi al cielo, era di nuovo buio. Una stella sfavillò.
    Stava facendo la cosa giusta.

    wQYF9xn 2B31B344-DE71-44A7-9D55-018493469695 Regina di Coppe
    CITAZIONE (Mina* @ 11/12/2020, 17:39) 
    Il cavaliere aveva perso la nozione del tempo ⏱ caminando in quel bosco che sembrava infinito ,era veramente stremato ,sentiva come il sortilegio o addirittura la pietra gli prosciugava la vita stessa.


    Si lasciò cadere abbandonandosi al nulla,se il destino voleva si sarebbe risvegliato.Dopo un tempo indefinito apri gli occhi sentendo il rumore delle onde infrangersi sugli scogli e anche il canto degli gabbiani,per un attimo pensava fosse un miraggio ,guardando meglio stropicciandosi gli occhi rimase senza fiato


    perché davanti a lui c’era una bellissima fanciulla che usciva dall'acqua.Anche lei lo guardava incuriosita


    Quando i loro sguardi s’incontrarono lui già aveva capito che aveva trovato l’amore !


    4fIgrIw928DCCEB-7CE8-4CE3-8A80-88BEF81B0DE2 L’APPESO
    CITAZIONE (MezzaLuna. @ 12/12/2020, 21:53) 
    Ma un dubbio continuava ad attanagliare la mente di Arialdo: Si trattava davvero di una donna in carne ed ossa o era solo una visione la sua? Poteva veramente fidarsi dei suoi sensi o si trattava solo dell'ennesimo colpo basso ricevuto per trarlo in inganno impedendogli di raggiungere la méta desiderata? Il cavaliere non fece in tempo a rendere manifesti i suoi dubbi alla creatura uscita dall'acqua con parvenza di donna che la stessa iniziò, con una voce soave, ad intonare un canto di una tale dolcezza ed intensità tali da non poter essere sopportati da orecchie umane...fu così che Arialdo svenne. Quando riaprì gli occhi, il cavaliere, si ritrovò appeso a testa in giù, legato ad un albero. Aveva fatto bene, quindi, a nutrire dei dubbi nei confronti della seducente creatura marina ma non era comunque riuscito a renderli manifesti e a sfuggirle in tempo... E,
    Come se non bastasse, ignorava che destino costei gli avesse riservato...

    7SkeAbl9CA4F3D8-2434-48EF-8E42-B1FA984C6310 LA LUNA
    CITAZIONE (La Fee Verte @ 13/12/2020, 10:22) 
    Proprio mentre lui elucubrava appeso come un salame e si preoccupava per il suo destino, ecco la creatura marina apparire sotto la luce notturna della Luna. Era diversa, ora: il viso, oscurato un po' dalla luce da un cappuccio, era tenebroso, e sembrava esprimesse cattive intenzioni. Al suo comparire, alcuni lupi selvaggi si misero a correre intorno, guaendo e ululando festosi, quasi come se la conoscessero. L'inquietudine ed il senso di pericolo di Arialdo continuavano a crescere: era indubbio che, sì, si era proprio sbagliato su di lei, e ora doveva assolutamente trovare un modo per uscire da questa situazione, o temeva che quella donna gli avrebbe fatto fare una brutta fine.
    La donna ora, lentamente, passo dopo passo, si era avvicinata a lui. Si scoprì il viso, ed il principe si accorse che era cambiato davvero molto: la donna che aveva visto la prima volta era ora sfiguarata. Si vedeva che era ancora lei, ma una parte del suo viso mostrava profonde ferite, cicatrici vecchie che le correvano su di un occhio e sulle labbra.
    "Scusami se ti ho legato. Probabilmente ora pensi che ti voglia fare del male, ma non è così", disse poi lei, a voce bassa.
    "Ho dovuto portarti qui e legarti perché credo che non mi avresti ascoltato, altrimenti. So che sei in viaggio, principe, e conosco bene il tuo coraggio. Ma devi sapere che ciò che stai facendo ha fatto arrabbiare esseri malvagi e molto pericolosi, che ora ti stanno cercando".

    Yf21FSe 8B7E0843-33FF-4383-86FA-27F181183379 Re di Spade

    CITAZIONE (Elfica @ 14/12/2020, 14:36) 
    La creatura a quel punto si avvicinò ad Arialdo, lo tocco sulla fronte disegnandogli una runa, la runa Algiz , l oracolo della giustizia e della vittoria. “Ora sei protetto” gli disse. Arialdo si ritrovò all’ interno di una schermata di luce intensissima, avvolgente e radiante. La sua corporatura mutó e con essa anche la sua armatura che diventó color delle nuvole e azzurra come l’oceano, i suoi lineamenti duri e i suoi occhi freddi e decisi. Tutto ciò che poteva trapelare sentimento era ora trasmutato in emozioni impassibili.
    “Perché mi hai trasformato?” Disse Arialdo con una voce profonda e cavernosa.
    “Le forze del male ti stanno inseguendo, ti daranno la caccia per interrompere il tuo percorso. Adesso potrai affrontarli con degna risolutezza. I sentimenti sono preziosi ma a volte offuscano la razionalità e la tua missione ha bisogno di lucidità mentale e autoritarietà. La runa che ti ho disegnato si illuminerà quando dovrai affrontare il demone dell’era oscura.”

    La creatura scomparve nelle acque torbide come era venuta. Arialdo si guardò intorno vide un sentiero immerso nella selva e all orizzonte una taverna, decise di raggiungerla per ristorarsi prima di intraprendere di nuovo la sua missione.


    Edited by Endora - 15/12/2020, 15:09
     
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    CITAZIONE (Endora @ 20/11/2020, 12:36) 
    Utenti dove siete? tenor

    Nessuno vuole partecipare? È un gioco dai, suvvia, non siate timidi!

    Ahaha 🤣
    Quanto dici bene 😁 Su questo ci vuole proprio un libro, che farò io prossimamente.
     
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