FRIDA KAHLO

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    FRIDA KAHLO
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    FRIDA KAHLO nata il 6 luglio 1907, CANCRO ascendente LEONE



    “Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io.
    Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me.
    Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.”

    Frida Kahlo



    Un Tema e una biografia, che pone domande aperte sul destino o sull’essere pre-destinati, sul dolore e sulla possibilità di fare arte: è necessario soffrire così tanto per poter creare? Oppure è stata l’arte salvifica in un destino altrimenti solo di dolore?

    Fridha Kahlo, nel pieno della sua vitalità giovanile a diciotto anni, subì un avvenimento traumatico che le cambio la vita in modo irreversibile. Rimase vittima di un incidente quasi mortale causato dallo scontro tra l’autobus su cui viaggiava tornando da scuola e un veicolo in corsa. L’autobus finì schiacciato contro un muro e le conseguenze dell’incidente furono gravissime per Frida; la colonna vertebrale le si spezzò in tre punti nella regione lombare, si frantumò il collo del femore e le costole, la gamba sinistra riportò 11 fratture, il piede destro rimase slogato e schiacciato e la spalla sinistra restò lussata e l’osso pelvico spezzato in tre punti. Inoltre, un corrimano dell’autobus le entrò nel fianco e le uscì dalla vagina. Nel corso della sua vita dovette subire ben 32 operazioni chirurgiche. Dimessa dall’ospedale, fu costretta ad anni di riposo nel letto di casa, col busto ingessato. Questa situazione la spinse giovanissima a leggere libri sul movimento comunista e a dipingere.

    Ci sono vari astrologi che si sono occupati di studiare i transiti dell’ora esatta del suo incidente, capire esattamente quale tipo di sincronicità ha potuto abbattersi tutta insieme con questa violenza. Io non so davvero quale sia la reale risposta alle tragedie della vita e al motivo per cui alcuni ne vengano travolti più di altri. Posso pensare a un karma a un destino più grande che si svela di vita in vita, ma per la persona in questione nella sua vita presente, non possono certo consolare o lenire queste motivazioni che potranno arrivare, forse, un giorno su un piano spirituale.

    Il rapporto di Frida con il sacrificio e una morte dell’Anima, si può forse rintracciare nel suo Tema Natale, dalla posizione e il segno di Saturno in Pesci, che governa la Casa VI – il sacrificio del mondo, la vittima sacrificale prescelta, l’ascesi artistica e spirituale della sua vita che sono state la sua trasformazione catartica in una morte – rinascita continua e in un lavoro quotidiano costante (Saturno in Casa 8 in quadratura a Plutone e Venere).

    Quello che di Frida ho amato di più, anche se non l’ho mai conosciuta, ma potuto leggere solo notizie biografiche, i suoi scritti e la sua arte pittorica, è stata la forza immensa nel non compatirsi mai. Credo che la sua abbondanza d’Acqua come Elemento, i pianeti in Cancro, Sole, Nettuno, Giove e Nodo Lunare in Casa 11 in trigono a Saturno nei Pesci, siano stati per lei Croce e Delizia per averle permesso di ripartorirsi ogni volta; partorire le sue opere ed entrare nella vita con il sentimento e la profondità emozionale sempre al primo posto.

    Famosa la sua passionalità, gli scambi intellettuali con i gruppi e l’impegno politico, le molteplici relazioni amicali, le ispirazioni e le crescite tramite lo scambio di idee e ideali (abbondanza di pianeti in Casa 11) – La storia tormentata con il pittore e maestro Diego Rivera, amico, marito, compagno, famoso per la sua infedeltà e i continui tradimenti. Anche Frida ebbe relazioni extraconiugali sia con uomini che con donne (una sbarazzina Venere in Gemelli quadrata a Saturno in Pesci, che governa Casa III). Tutto il ventaglio delle emozioni umane, ogni relazione, ogni storia che inizia e finisce, se pur clandestina o breve, ha in sé la potenza dello scambio tra due anime, dell’abbandono di qualche parte di noi stessi verso un altro essere. E’ un viaggio, una via di autoconoscenza, nell’atto stesso dell’intimità una piccola morte, un passaggio nelle zone remote del nostro essere più profondo, un penetrare nei nostri strati di paura e di bilico nel confine dell’Io che incontra il Tu (Saturno in Pesci in 8 Casa).

    Tutta la vita immersa nell’oscillazione tra il dolore del corpo e il dolore di non poter creare biologicamente e non essere madre: quando rimase incinta il suo corpo non sopportò la gravidanza e perse il bambino. L’immensa potenza creatrice del Cancro è stata sublimata e vissuta tramite l’arte e l’amore. La fame affettiva Cancerina, colmata a tratti forse dalle passioni e l’ispirazione, dalla politica, si è dovuta trasformare e trascendere in qualcosa di meno tangibile di un figlio proprio. Ha dovuto creare qualcosa per il mondo, la collettività (Casa11), e non solo per se stessa.

    Ma la vera forza che non si arrende, con orgoglio e testardaggine ha potuto dare grinta alla più tenue timidezza e a volte mancanza di coraggio del Cancro, la sua 5 Casa con Marte e Urano congiunti in opposizione alla Casa 11 ricca di conflitti dinamici, scontri e riappacifacazioni. Se consideriamo anche l’Ascendente Leone, è presto comprensibile come lei abbia avuto in sè, una grandissima esigenza di emersione dalle acque più introverse Cancerine, che l’ha portata alla visibilità e a un certo buon grado di notorietà, anche in vita.

    Marte e Urano come energia incontrollata, ribelle e con un grande carico anche distruttivo, richiamano qualcosa di improvviso e deflagrante come l’incidente, ma mi danno anche l’idea della sua immensa anticonvenzionalità nella pittura, la sua capacità di rinnovarsi di continuo e di creare con la fatica e la costanza ( Capricorno – Urano) e di portare messaggio collettivi e universali al mondo ( Mercurio in Leone in 12 Casa).

    Il governatore del suo segno – Cancro – la Luna in Toro ha una notevole importanza, grazie a questa ha partorito arte, intessuta con le mani e il sudore della fronte, nel dolore fisico e nella terra delle sensazioni corporee, una donna in pieno contatto con tutta la generatività del femminile, che ha creato e vissuto, malgrado tutto.

    Non so rispondere alla prima domanda che ho posto, se è grazie al dolore che si può creare, o se è l’arte ha salvarci dal dolore. Io credo che entrambe siano il rovescio della stessa cosa, l’arte non ti salva dal dolore ma senza dolore forse non è possibile arrivare a percepire l’immensità di certi sentimenti, altrimenti irraggiungibili nelle condizioni normali. E poi quali sono le condizioni normali? A volte il dolore sordo di una vita sempre uguale a se stessa senza bagliori di mutamento, non è forse più dolorosa di una vita intensa e senza tregua? Bisognerebbe farne esperienza di entrambe o forse di tante vite per poter provare a giudicare qualcosa, e io penso che non si possa sapere mai, come sta un altro essere umano veramente. E’ sempre filtrato dal nostro sentire.

    Posso solamente pensare, che Frida dopo un incidente del genere, grazie alla sua capacità di rinascere ogni volta a vita nuova (il più profondo significato del Cancro è essere madre di se stesso), ha potuto attraversare la sua vita e vederla a colori – o simboleggiarla con immagini crude e forti che davano voce al suo sentire – attingere all’immaginario vastissimo e surreale ritratto nelle sue opere, in cui convive dolore personale e collettivo nella potenza che solo il simbolo è in grado di aprire e portare su un altro livello, che non è quello della mente.

    Questo crinale oltre il razionale a cui l’arte giunge, forse non sarebbero mai potuto esistere senza la sua immensa capacità di entrare negli abissi neri e infiniti della sua Anima e affrontare il bilico tra la vita e la morte ogni volta (Saturno in Pesci in 8 Casa), avendo il coraggio di attraversare quel dolore senza nessuno sconto e potendolo infine mostrare, nel dono immenso che solo certi artisti – angeli hanno potuto compiere per noi come atto di amore con la A maiuscola.

    Le ultime parole che scrisse nel diario prima di morire furono: “Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più.”



    Anna Elisa Albanese
    www.sentieroastrologico.it/frida-kahlo/


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    “La mia notte è senza luna. La mia notte ha grandi occhi che guardano fissi una luce grigia che filtra dalle finestre. La mia notte piange e il cuscino diventa umido e freddo. La mia notte è lunga e sembra tesa verso una fine incerta. La mia notte mi precipita nella tua assenza. Ti cerco, cerco il tuo corpo immenso vicino al mio, il tuo respiro, il tuo odore. La mia notte mi risponde: vuoto; la mia notte mi dà freddo e solitudine. Cerco un punto di contatto: la tua pelle. Dove sei? Dove sei? Mi giro da tutte le parti, il cuscino umido, la mia guancia vi si appiccica, i capelli bagnati contro le tempie. Non è possibile che tu non sia qui. La mie mente vaga, i miei pensieri vanno, vengono e si affollano, il mio corpo non può comprendere. Il mio corpo ti vorrebbe. Il mio corpo, quest’area mutilata, vorrebbe per un attimo dimenticarsi nel tuo calore, il mio corpo reclama qualche ora di serenità. La mia notte è un cuore ridotto a uno straccio. La mia notte sa che mi piacerebbe guardarti, seguire con le mani ogni curva del tuo corpo, riconoscere il tuo viso e accarezzarlo. La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. La mia notte palpita d’amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra. La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce. Eppure vorrebbe chiamarti e trovarti e stringersi a te per un attimo e dimenticare questo tempo che massacra. Il mio corpo non può comprendere. Ha bisogno di te quanto me, può darsi che in fondo, io e il mio corpo, formiamo un tutt’uno. Il mio corpo ha bisogno di te, spesso mi hai quasi guarita. La mia notte si scava fino a non sentire più la carne e il sentimento diventa più forte, più acuto, privo della sostanza materiale. La mia notte mi brucia d’amore.”

    Frida Kahlo
     
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    Un mito! ❤️

    Poverina quanto ha sofferto con quel trauma e quel uomo Sagittario donnaiolo che s’è fatto pure sua sorella! 🙄
     
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  4. La Fee Verte
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    Eh, da una donna così non ci si poteva aspettare nient'altro che un tema natale abbastanza complesso
     
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