Chirone in Ariete e Urano in Toro

L'acquisizione della maestria del se

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    CHIRONE IN ARIETE E URANO IN TORO, L'ACQUISIZIONE DELLA MAESTRIA DEL SE' - TRASCRIZIONE DELLA CONFERENZA DEL 21.01.2018
    Stefania Marinelli

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    PARTE PRIMA

    Non ho video da condividere questa volta. Il 21 gennaio a Spazio Aurea, ho tenuto una conferenza sugli aspetti più potenti di questo 2018. Non ho parlato delle Eclissi, perché ne ho già illustrato le caratteristiche in diversi post.

    Qui di seguito la trascrizione, che divido in 3 parti per rendere la lettura affrontabile:

    Chirone nella mappa astrale di nascita rappresenta la Ferita Karmica, la cui guarigione è il momento in cui entriamo in contatto con i nostri talenti e risorse. La sua qualità in luce rappresenta la coscienza del nuovo umano.
    Dal 2012 esso è in transito nel Segno dei Pesci e sta portando a guarigione la prima ondata di Bambini delle Stelle scesi sulla Terra tra il 1960 ed il 1967. Il 17 aprile 2018 Chirone passa in Ariete, il primo Segno, che non sa dove andare ma sa di doverlo fare. Non ha nessuno da seguire, per cui è insicuro, tuttavia è un Segno di Fuoco, e come tale deve stare in movimento. E' l'Io che comincia a farsi strada. Chirone nel suo transito in Ariete rappresenta la guarigione della ferita del Non-Riconoscimento, aiutandoci a trovare il nostro posto nella vita.
    In questo caso il corpo fisico diventa estremamente importante quale strumento di navigazione a nostra disposizione, di cui prendersi cura per prenderci cura dello Spirito. Non c'è separazione tra il mondo spirituale ed il corpo fisico. Non possiamo frequentare seminari e poi tornare al vecchio sé il giorno dopo. Ci deve essere il momento in cui qualcosa dentro di noi si spacca e rompe l'attuale equilibrio o fase di stasi, creando uno spazio in cui le nuove informazioni si incuneano nel fertile terreno interiore e da lì promuovono il cambiamento. Ciò che accade è che ci si fa carico del processo di crescita, ci si prende la responsabilità di ciò che si sente.
    Il 17 aprile 2018 Chirone entra in Ariete dove rimarrà fino al 2027. Si tratta di un corpo celeste lento, che entra in moto retrogrado per 6 mesi all'anno. Quando questo accade quel tipo di Archetipo spinge l'umano a riconsiderare ciò che è già accaduto, entrando in una pausa di riflessione, dove ogni cosa sembra fermarsi. Si tratta dell'inizio della fase di orizzontalizzazione dell'energia. Gabriela De Paz, la mia insegnante di Terapie Vibrazionali e bravissima Channeler, afferma che esiste una fase di verticalizzazione dell'energia, in cui il corpo si apre a prendere il flusso di informazioni, che poi si espande, orizzontalizzandosi. Quando questo accade è necessario fermarsi, per poter assorbire quello che la verticalizzazione ci ha portato, altrimenti rimane tutto nell'alto e non scende nei Chakra bassi e quindi non diventa vita. Il periodo in cui la maggior parte dei pianeti entra in moto retrogrado è estate nel nostro emisfero. Si comincia tra marzo ed aprile ed è un movimento che riguarda i pianeti lenti, quelli che si trovano lontani dal Sole. In poco tempo a volte si arriva ad avere fino a cinque pianeti retrogradi, fin verso settembre, mentre Urano e Nettuno proseguono fino alla fine dell'anno.
    Quando sentiamo di vivere un momento in cui non riusciamo a muoverci, è importante non farlo, rimanendo fermi. Molte volte vale la pena di farsi trovare anziché andare a cercare. In quel momento stiamo seguendo il corpo, anziché farsi seguire faticosamente dalle sue somatizzazioni. Il corpo è molto connesso con i raggi planetari, ne è direttamente esposto. Quando ci fermiamo, smettendo di dibatterci come pesci in una rete, stiamo attivando la sincronicità, che è l'insieme dei segnali che ci portano verso un dato obiettivo. Se corriamo intorno spaventati dal fatto di non trovare nulla, non riusciamo a stare fermi nel punto in cui quella cosa arriva ad incontrare noi. Ci vuole un cambio di coscienza, che può corrispondere all'entrare in contatto con la propria ferita, che significa smettere di avere paura, non avere paura del dolore che portiamo dentro, perché esso non è che una piccola parte della nostra totalità, e in quanto tale, non ci rappresenta nella nostra complessità e multidimensionalità. Quando sentiamo quel dolore, quel vuoto, abbiamo i mezzi necessari per affrontarlo. Prima di tutto il nostro respiro. Se non abbiamo un bel rapporto con il nostro respiro, nulla accade nella vita. Le difficoltà nel trovare l'amore, un lavoro soddisfacente o una bella qualità della vita, possono avere origine nella paura che blocca il respiro dal suo fluire circolarmente fuori e dentro di noi. Bloccando tutto nel Terzo Chakra, nella bocca dello stomaco, nel diaframma, fermiamo tutto in quel punto, impedendo che l'energia scenda nei Chakra bassi e che diventi vita. In questo senso è molto importante portare l'attenzione sul retro dei Chakra, il punto di connessione sulla schiena. Lì ci sono le porte di ricezione, ed è importante che siano aperte. Se non riceviamo, non prendiamo nulla. Aprire il retro dei Chakra è un grande atto d'amore e di fiducia: significa che sentiamo di meritare amore e che ci fidiamo che esso arrivi fino a noi. La vita è abbondanza. Basta stare fuori dalla Paura, fare il salto oltre a quello stato di coscienza.
    Il 17 Aprile 2018, Chirone entra in Ariete, portando guarigione del senso di non riconoscimento - io torno in contatto con ciò che io sono, e qualunque cosa sia, io la manifesto.


    PARTE SECONDA

    Urano è elettricità, il suo simbolo è un'antenna - quando entrò in Ariete l'11 marzo 2011, Segno di Fuoco, ci fu un'esplosione, un terremoto molto forte (Fukushima). L'Ariete è l'Io Sono (oppure la grande domanda, chi sono io?), è il Pioniere. Quando questi Archetipi che si muovono lenti nei loro annosi transiti, cambiano segno, aprono la coscienza umana ad una domanda, e Urano in Ariete ha aperto la coscienza alla domanda: Chi Sei Tu? Tra il 2013 ed il 2014 c'è stata una danza che Urano, sensibilità psichica, antenna percettiva, ha messo in atto insieme a Plutone, il puro psichismo, l'insieme di tutti nostri sensi profondi, l'empatia viscerale, l'antenna viscerale, che si attiva attraverso il linguaggio corporeo. Plutone è anche l'ossessione, il grande dubbio. Urano e Plutone hanno creato una danza profonda dando forma ad una serie di quadrature, che hanno avuto il pregio doloroso di smussare che le nostri parti più spigolose, le asperità interiori. Non c'era pace in questa danza, perché lo sforzo richiesto era quello di lasciar andare completamente l'attenzione dal mondo esterno per portarla dentro, lasciando che le nostre emozioni lavorassero per noi. Viverle senza farsi coinvolgere, facendone esperienza, ma senza farsi spostare.
    Il 15 maggio 2018, Urano entra in Toro, che è la Terra; la massima luce nelle profondità della Terra. Il Toro è un Segno Fisso, portato al Radicamento. Urano, con la sua luce, porta scompiglio nello status quo che abbiamo cercato di mantenere fermo con tutto noi stessi. Entriamo in un ennesimo processo di purificazione e di lasciar andare. Ennesimo perché dal 2012 ne sono arrivati tanti. Confrontando l'astrologia galattica con quella solare, secondo me arriviamo all'attivazione del Corpo di Luce. Qualcosa deve essere attivato. Il ciclo è lungo, 2018/2025 e durante questo periodo, come anche riportato da tante canalizzazioni, il carbonio che ci compone si deve trasformare in silicio. Questo è l'inizio.

    Durante il passaggio saremo supportati da altri archetipi, che in sottofondo ci supportano nel processo di guarigione della ferita del non riconoscimento e dell'attivazione del Corpo di Luce.
    Essi sono Marte, il desiderio, la volontà, il movimento esteriorizzato;
    la Luna Nera, il punto cieco, la parte ribelle, ombra che ottunde la mente. Essa è la nota interiore che stona ma che non vediamo di noi, per cui siamo portati ad attrarre persone che ci ricordano continuamente i soliti giochetti di potere invalidanti, di cui ci chiediamo sempre il perché, di cui ci sentiamo continuamente vittime. E' perché non riusciamo a vedere che quei giochetti li stiamo creando noi, proprio perché non riusciamo ad accettare quella nostra parte e la proiettiamo continuamente fuori.
    Infine Plutone, che si trova in Capricorno fino al 2009, che nel corso del 2018 toccherà periodi di congiunzione con la Luna Nera. Per riuscire a diventare consapevole del loro senso ci vuole tanta presenza, tanta umiltà. Sono tutti i giochi di potere che mettiamo inconsapevolmente in mostra, e Marte li porta fuori nella vita reale. Ogni umano che ha qualcosa che non gli/le va giù, non riuscirà più a sopportarlo. Tutti i confini, continuamente invasi dalle richieste del mondo esterno, verranno chiusi. Se ancora non avete mai avuto la forza di dire di no, ora non ce la si farà più.
    I giochi di potere vengono tenuti su di continuo, nel confronto con gli altri. Degenerano in conflitti generalizzati, che poi diventano lo specchio degli innumerevoli conflitti che si manifestano sulla Terra. Prendiamoci la responsabilità di portare a soluzione i conflitti interiori. Quando diciamo "non mi sento riconosciuto", vuol dire che non mi prendo la responsabilità di essere quello che sono, al di là di quello che l'altro dice che io sia.
    E' una ferita molto antica, risale all'infanzia, o anche a prima. Tuttavia il Sè adulto ha la possibilità di prendersi cura di quella ferita, decidendo che c'è una parte ferita, ma non è l'intero. Siamo molto più grandi e possiamo arginare la ferita e fare in modo che essa non prevalga nella quotidianità, decidendo per noi.
    Il 2018 è un anno intenso perché i movimenti astrologici nel suo corso vertono sul prendere responsabilità di sé.

    Il Maestro, Saturno, ultimo confine celeste per gli Antichi, rappresenta la nostra colonna vertebrale, l'Essenzialità, la presa di coscienza di chi siamo a diversi livelli di coscienza. Esso ci insegna a stare di fronte a se stessi con tutto quello che c'è, per quello che noi giudichiamo essere bene, o nel male (giudicato come tale). Saturno ha un corso lento, rimane due anni mezzo per segno. Ogni 30 anni torna sulla stessa posizione. Il 20 dicembre 2017 è entrato in Capricorno, Segno di cui è anche Governatore, ciò significa che in questo modo questo Archetipo dà il massimo: il massimo dell'essenzialità, della presa di responsabilità, il massimo dello specchio nel guardarsi per ciò che si è. Non ha parole, Saturno, esso è e così ci porta ad essere. In Capricorno si trovano anche la Luna Nera, fino a novembre 2018, e Plutone, fino al 2023, simboli entrambi della nostra Ombra. Così il Maestro ci accompagna in questo incontro, e grazie al contributo di Marte in Capricorno dal 18 marzo al 16 maggio, l'energia di manifestazione sarà potentissima, nel momento stesso in cui saremo testimoni del passaggio di Chirone in Ariete ed Urano in Toro. E' necessario affermare il proprio Io Sono, sapendo che quell'Io Sono che dite di essere corrisponde in realtà a ciò che siete. Finalmente diventiamo leali a noi stessi. Ogni volta che subiamo un tradimento da qualcuno, noi stiamo tradendo noi stessi in realtà. Quella persona semplicemente ce lo sta manifestando. Essere leali a se stessi vuol dire stare nel rispetto di ciò che siamo. Quest'anno sarà duro per questo motivo, perché non ci saranno scorciatoie nell'incontro con la nostra essenzialità, con la lealtà verso noi stessi. La salita sarà diritta ed elevata. Tuttavia anche se è difficile, riceviamo tantissimo in cambio: la forza di poter affrontare quella parte di noi che non ci piace, che provoca rifiuto, ribrezzo o vergogna. La vediamo, nonostante il disagio, prendiamo atto della sua esistenza. La prossima volta che quella parte farà capolino, decideremo se potremo darle spazio e manifestazione o tenerla buona, elaborandola con maggiore serenità. Così smetteremo di giudicarci, di volerci correggere. Il fine ultimo di ogni disciplina spirituale è quello di arrivare ad amare se stessi e ad approcciarci a sé nella maniera migliore possibile.


    PARTE TERZA


    Un altro dono interessante che ci viene fatto quest'anno è un sano senso del distacco, cioè avere una giusta misura delle cose, vederle in una prospettiva più ampia, cioè riuscire a manifestare le proprie emozioni elaborandole. In questa elaborazione, nel sentirsi degni di poter dire la propria, nel non avere paura di ciò che si è, si rivela l'amore, quando andiamo a prenderci tutto ciò che ci appartiene. Ogni volta che ci permettiamo di dire no, difendendo il territorio, difendendo noi stessi, emaniamo una luce fortissima, che crea un movimento energetico magnifico. Aumento l'autostima grazie a quel no detto. Dire no vuol dire creare un confine e noi dimostriamo di poterlo fare. Stiamo dentro a ciò che siamo, felici di starci. Se vogliamo guarire il senso di non riconoscimento, dobbiamo essere noi i primi a dire chi siamo, perché gli altri non lo faranno per noi, non è il loro compito. Il compito è il nostro e Chirone ce lo ricorda. Esso è il bambino dimenticato dentro la nostra pancia, è lì che piange e ci fa venire la malinconia, sentire tristezza, che spesso compensiamo con il cibo, o le dipendenze di qualsiasi natura. Nel mettere a posto la relazione con ciò che si nasconde nel profondo, andiamo a prenderci cura delle dipendenze.
    Lo studio dell'Astrologia, a mio avviso, serve a prendere la mappa del nostro Cielo, fotografia delle posizioni planetarie al momento in cui diamo il primo respiro ed estrapolare il programma di vita, il software che agisce dentro le nostre cellule. Elaborare una lettura della mappa astrale significa entrare in quel programma per conoscere i suoi punti di forza e le sue sfide. Ogni pianeta può essere considerato come uno strumento musicale che emana note, perché tutto è vibrazione e risonanza. Più si comprende la forza di quella vibrazione, la funzione che quel pianeta ha nel nostro Cielo, maggiormente quello strumento sarà in accordo con il resto, creando una perfetta sinfonia.
    Un altro aspetto di Chirone è il senso di dovere/piacere. Poiché l'Ariete è l'archetipo dell'adolescente, quanto quel ragazzino, quella parte vitale, è stato incastrato dai no, o quanto lo abbiamo lasciato libero di manifestare la sua energia? Ognuno di noi ha un punto Ariete nella propria mappa, quindi ciascuno vivrà questo tipo di percorso nella vita, in riferimento ad un dato settore. Quanto ci concediamo di stare nel piacere, di ridere, e quanto invece viviamo nella doverizzazione, essendoci dimenticati il piacere cosa sia?
    Urano e Chirone stanno collaborando tra loro nell'aiutare l'umano a fare pace con se stesso. Da tempo di inseguono, Chirone nei Pesci, Urano in Ariete, poi Chirone in Ariete e Urano in Toro. Dal 2011 Urano ci chiede: Chi sei tu? Contemporaneamente Chirone sta tuttora (fino al 16 aprile 2018) guarendo la ferita dell'abbandono. Ora, con i nuovi transiti, la domanda Chi Sei Tu? si trasforma in Io Sono di Chirone in Ariete, che ci aiuterà a riconoscerci, riconoscere il nostro Io Sono.
    Transitando in Toro, Urano porterà luce nelle modalità di somatizzazione, visto che il Toro è il corpo fisico. Noi siamo frutto delle nostre somatizzazioni, il linguaggio emozionale non espresso ma vissuto dal corpo. Urano viene a portare luce in questo ambito, portando ad apertura situazioni emozionali stagnanti e vecchie. E' sempre più necessario entrare nel profondo e da lì abbattere le porte chiuse, facendosi aprire da chi quel Profondo lo abita, così che ciò che si trova lì si riattivi, mostrandosi, così da farci fare esperienza. Poiché il Toro rappresenta anche le radici, Urano potrebbe spingerci a diventare nomadi, a spostarci, viaggiando ed esplorando l'ignoto. Dovunque si trovi il Toro nella nostra mappa, lì avverrà l'apertura.

    Il viaggio che sto spiegando va ben oltre il Segno zodiacale, che rappresenta il punto in cui si trovava il Sole al momento della nostra nascita. Quest'ultimo illustra le qualità della nostra personalità, mentre invece qui si sta parlando di andare ad esplorare gli antichi patti d'anima ed andare oltre ad essi. Il dono portato da questi due Archetipi è molto grande: la libertà dalla paura, e la paura è radicata nel dolore. Chirone rappresenta la Ferita karmica che ci riporta sulla Terra; abbiamo scelto quel tipo di disagio o sofferenza per ricordarci chi siamo attraverso essa, sperimentandola nella prima parte della nostra vita, per poi portarci a guarigione. Dovunque si trovi l'Ariete, in quel settore della mappa di nascita, lì c'è la guarigione.

    https://ashtalan.blogspot.it/2018/02/chiro...n-toro.html?m=1
     
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    Punto di vista decisamente interessante, il paradigma cartesiano "Penso dunque sono" (con i tantissimi limiti), diventa con Chirone (e la sua connessa figura mitologica) "Soffro dunque sono", con la sofferenza ed il dolore che non vanno rifuggiti ma condensati per evolversi spiritualmente. Urano quindi dovrebbe essere quel leitmotiv che non porta diniego delle "prove dovute alle ferite karmiche" ma accettazione perchè in fondo la dualità non è altro che una moneta con le sue due facce.

    Per il resto, c'è qualcosa in questo articolo che non mi convince totalmente...
     
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    Per il resto, c'è qualcosa in questo articolo che non mi convince totalmente...

    Cosa?
    Chirone era il guaritore per eccellenza, ma non poteva curare la sua ferita...
     
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    CITAZIONE (MinaRo @ 8/5/2018, 12:13) 
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    Per il resto, c'è qualcosa in questo articolo che non mi convince totalmente...

    Cosa?
    Chirone era il guaritore per eccellenza, ma non poteva curare la sua ferita...

    Alcuni voli pindarici e forse esagerazioni...

    Appunto, ecco perchè ho scritto "Soffro, dunque sono". Chirone sta ad indicare che pure il migliore nel suo genere non può fare a meno di soffrire. La sofferenza quindi si configura come componente essenziale della vita terrena. Non si può fare a meno di non soffrire. Ovviamente la sofferenza può essere ridotta, placata, attenuata, ... Esistono varie vie che permettono di farlo ma senza annullarla perchè nel momento in cui lo si fa, non si è più umani o si diventa uno.
    Gli stessi antichi dei greci erano infelici e lo dimostravano, oltre che con i loro comportamenti, quando, invidiosi di qualche istante di felicità umana, provvedevano ad infierire sui poveri mortali. Lo stesso Omero, nell'Illiade, fa una considerazione interessante: gli umani in quanto mortali riuscivano ad apprezzare meglio alcuni istanti della loro vita perché sapevano che potevano essere gli ultimi... erano quindi in potenza più felici degli annoiati (noia alla Sartre) dei dell'Olimpo (ed in alcuni casi anche impotenti, pensa alle Tre Parche per esempio). Immaginati tutta la combriccola in salotto a vedere il Grande Fratello dell'antica Grecia con il telecomando per il televoto rapido :rolleyes:
    Tuttavia la sofferenza non dovrebbe essere vista come un qualcosa di negativo ma come una chiave per evolverci lì dove gli stessi concetti di bene e male assumono carattere relativo (ex. mi lascia la tipa, potrei interpretarlo come "male", poi magari scopro che è una pazza omicida, ecco quindi che quel presunto iniziale "male" si configura con un "bene").
    Ci sarebbero diverse considerazioni da fare... ma devo scappare ora...
     
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    :) gradisco molto i tuoi interventi!
     
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