IL MITO DEL SOLE

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    I MITI DEL SOLE IN MESOPOTAMIA


    Per gli abitanti della Mesopotamia il Sole è Shamash in accadico, Utu in sumero, il distruttore delle tenebre, colui che tutto illumina e rischiara: è giudice e garante delle leggi. Nel suo tragitto quotidiano egli caccia l'oscurità, vede tutto ciò che accade nel mondo e proprio per questo può giudicare. È il dio che tutti gli uomini devono adorare, venerare, acclamare. Si assiste così a una vera deificazione del Sole, ma non solamente di esso, perché Shamash-Utu non sarà mai un dio supremo come fu Rà in Egitto.
    Egli non è più importante, ad esempio, di Nanna, la Luna, o di Inanna, Venere.
    Nello spirito degli astrologi mesopotamici, le cui prime osservazioni celesti, per quanto ne sappiamo, datano dalla fine del V millennio a.c., gli astri che governavano lo zodiaco - quelli allora conosciuti erano 7 - non esercitavano alcuna influenza sugli uomini. Ai loro occhi, i movimenti armonici o disarmonici celesti costituivano un vero e proprio linguaggio, che le loro osservazioni astronomiche hanno permesso di decodificare.
    Ai loro occhi, questa lingua era quella degli dei.


    I MITI DEL SOLE IN EGITTO



    Stavolta, invece, abbiamo a che fare con un dio supremo, il dio degli dei dell'antico Egitto, Rà, il grande dio di Eliopoli, che gli stessi Greci hanno battezzato "la città del Sole". Così, il faraone è considerato "il figlio di Rà".
    A proposito di Rà, numerose leggende egiziane narrano come il loro dio, creatore di tutto l'universo, percorra il cielo con la sua barca, e come il drago celeste Apofi, spiando la barca di Rà in attesa del momento in cui essa, come tutte le mattine, esce dall'ombra dell'altro mondo, l'attacchi, minacciando di far sprofondare l'universo nel caos.
    Ma ogni volta, con l'aiuto di Set, figlio di Geb (la terra) e di Nut (la volta celeste), Rà riesce a sconfiggere Apofi.
    Padre di tutti gli dei, Rà fu associato ad altre divinità che non poterono mai sostituirlo. Così fu per Ammone, che divenne Amon-Rà, il dio del Nuovo Impero d'Egitto, i cui alti sacerdoti, da Tebe, loro sede, esercitarono un enorme potere fino alla caduta di questa grande città nel VII secolo a.c., quando fu conquistata e saccheggiata dagli Assiri.
    E cosi fu per Ra-Horakhte, dio trionfante, immortale, il cui nome significa Rà-Horus-dei due Orizzonti, una delle prime figure del monoteismo, al cui nome si ispirò il faraone Amenofi IV (decimo re della XVIII dinastia egiziana, 1372-1354 a.c.) per introdurre nel suo regno una sorta di monoteismo ispirato al culto del disco solare Aton.
    Egli stesso cambiò il proprio nome in Akhenaton, rifacendosi, appunto, ad Aton.
    Lo stesso accadde per Rà-Atum, considerato prima il dio creatore e in seguito un vegliardo luminoso, radioso come un sole calante, che certamente veniva venerato a Tebe prima di Amon e di Amon-Rà.
    Infine così fu per Khnum-Rà, che venne dapprima considerato come il ba o l'anima di Rà, per poi essere identificato con lui e rappresentato con le sembianze di un uomo dalla testa d'ariete, la cui funzione di creatore della vita umana consisteva nel plasmare un bambino in piedi a partire dall'argilla, sul suo tornio da vasaio.
    Le leggende legate al Sole sono infinite.
    Il culto del Sole era presente ovunque nell'antico Egitto, senza che per questo si possano veramente riconoscervi delle caratteristiche simboliche proprie del Sole così come viene definito oggi nello zodiaco.

    I MITI DEl SOLE IN GRECIA


    È in Grecia che i miti del Sole sono più rappresentativi dell'idea che gli astrologi contemporanei hanno di quest'astro.
    È doveroso parlare innanzi tutto di Helios, il quale, secondo i Greci, è al tempo stesso un dio e un demone. Secondo le mitiche leggende che lo concernono, infatti, Helios è un Titano, fratello di Eos o Aurora, che lo precede ogni mattina, e di Selene o Luna, che lo segue ogni sera. È un discendente diretto di Urano, il Cielo, e di Gaia, la Terra.
    In Grecia, Helios veniva rappresentato con le sembianze di un ragazzo i cui capelli d'oro formavano raggi di sole attorno alla sua testa. È lui che, risvegliato dal canto del gallo, suo animale tutelare, percorrerebbe il cielo su un carro di fuoco trainato da 4 cavalli i cui nomi evocano il fuoco e la luce.
    Helios aveva il potere di vedere tutto sulla Terra ed era soprannominato "l'occhio del mondo".
    Possiamo notare dunque che Helios presentava alcune analogie con Rà, ma era lungi dall'essere un dio supremo.
    Fu quindi rapidamente detronizzato da Apollo, le cui miti che leggende mostrano anche alcune concordanze con le qualità del Sole così come sono definite astrologicamente.
    Il Sole rappresenta la volontà istintiva dell'individuo in un tema natale, ma indica anche le qualità di coraggio, volontà, forza dominatrice, autorità, benevolenza, generosità. Esso è inoltre il maestro del quinto segno dello zodiaco: il Leone. Ora, secondo la mitologia greca, Apollo è figlio del re dell'Olimpo, Zeus. Dio della musica, i suoi strumenti erano il flauto e la lira - di cui gli viene attribuita l'invenzione -; egli ne fece dono a Hermes che, in cambio, gli regalò il proprio gregge.
    Egli era anche un dio della divinazione e poiché i suoi oracoli venivano pronunciati sotto forma di versi in rima, fu anche il dio della poesia.
    Ma fu anche un dio guerriero, capace di uccidere con l'arco e le frecce i suoi più acerrimi nemici. L'alloro era la sua pianta oracolare, che la Pizia masticava prima di entrare in trance e di pronunciare i suoi oracoli.
    Infine, numerosi animali gli erano sacri: il capriolo e la cerva, il lupo, il cigno, il nibbio, il corvo e l'avvoltoio e, soprattutto, il delfino, il cui nome evocava il santuario più celebre elevato per la gloria di Apollo, che si trovava per la precisione a Delfi.
    Tuttavia, queste leggende e le diverse divinità che personificavano il Sole ci danno solo un'idea delle molteplici rappresentazioni date in passato di questo astro.


    Fonte: Scoprire e Conosce l'Astrologia - De Agostini

    Edited by °Mirana° - 24/4/2013, 09:41
     
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