IL MITO DELLA LUNA

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    I MITI DELLA LUNA IN MESOPOTAMIA

    In questa grande e antica civiltà troviamo una superba rappresentazione dell'astro lunare divinizzato, che divenne molto più tardi una divinità femminile del tempo e della notte, si distingueva chiaramente dalla dea dell'amore e della fertilità, da un lato, e dalla Grande Dea, che fu, talvolta, presente subito prima o dopo il Caos primordiale, dall'altro.
    Essa si distingue anche perché non abbiamo a che fare con una dea, ma con un dio lunare.
    Si trattava, infatti, di Sin, che divenne più tardi Nannar, la cui sposa si chiamava Ningal - e ciò prova chiaramente che si trattava di una divinità maschile e non femminile -e che quindi non si deve confondere con Inanna, dea dell'amore, che fu assimilata a Ishtar, Astarte o Lilith.
    Nannar-Sin è figlio di Enlil, il dio dell'Aria, a sua volta figlio di An, dio del Cielo.
    Quindi, in Mesopotamia, la Luna è una divinità maschile.
    Inoltre, che esiste anche una divinità ittita, presente sin dalla prima metà del II millennio a.c., il cui nome, Arinna, significa "Madre-Sole", e il cui sposo non era altri che Menesis, la Luna ...


    I MITI DELLA LUNA IN EGITTO

    La falce lunare era a volte considerata come la barca di Rà. Ciò vale anche per certe rappresentazioni di Khonsu, dio lunare egizio, il cui nome significa l'errante" o "il viaggiatore", raffigurato a volte da un fanciullo coperto da un sudario, o più spesso da un uomo con una testa di falco, coronato da una falce di luna che regge il disco solare.
    Di nuovo, Khonsu era una divinità maschile e non femminile. Tuttavia, sempre secondo gli antichi Egizi, il Sole e la Luna non avevano alcun legame di parentela e non formavano una coppia divina. Perché era il Sole o Rà che esercitava la supremazia, e si trattava però questa volta di un dio, non di una dea. In cambio, la Luna era anch'essa identificata con una divinità maschile, come presso i Sumeri e gli Ittiti. Ma, secondo la teologia tebana, esisteva comunque un legame di parentela tra Rà e Khonsu, poiché, secondo i sacerdoti di Tebe, Khonsu era figlio di Amon, nume tutelare che fu assimilato a Rà, e di Nut, cioè della "Madre", in egiziano. Quindi, il dio lunare egizio era figlio del Sole e della Terra-Madre.



    I MITI DELLA LUNA IN GRECIA

    In primo luogo, troviamo Selene, la personificazione della Luna, l'astro della notte, il cui nome deriva dalla parola selas, che significa "chiarore brillante". Secondo il mito greco più ricorrente, era figlia di Iperione, "colui che abita in alto o al di sopra della Terra", un Titano, lui stesso figlio di Urano, il Cielo, e di Gea, la Terra.
    Oltre a Selene, Iperione, il grande chiarore celeste, e Teia, la Divina, sua sorella e sposa, generarono anche altri due figli, Helios, il Sole, ed Eos, l'Aurora.
    Tuttavia, un altro mito narra che Selene era figlia di Helios, cioè del Sole.
    Allora, era raffigurata sotto le sembianze di una bellissima fanciulla, mentre percorreva il cielo in un superbo carro d'argento trascinato da due cavalli bianchi.
    A Selene si ricollega il mito di Endimione, un pastore bellissimo, il cui nome greco può, tra l'altro, essere tradotto come "colui che naturalmente seduce"; la Luna, infatti, se ne innamorò follemente. A seconda delle versioni, si narra che Zeus, esaudendo il desiderio di Endimione, fece sprofondare il pastore in un eterno sonno, che gli permise così di mantenersi eternamente giovane e che Selene, sedotta dalla sua grande bellezza, continuò a tornare ogni notte per contemplarlo; oppure che fu la Luna stessa che, baciando Endimione, lo fece sprofondare in un sonno eterno, al fine di conservare per sempre la sua giovinezza e amarlo per l'eternità.
    Entrambe le versioni fanno comunque riferimento alla nozione di tempo, di sonno e di sogno che, come ben sappiamo, sono qualità tipicamente lunari.
    Ma in Grecia, a parte questa personificazione della Luna, esiste un'altra grande figura lunare. Si tratta di Era, la Protettrice, la dea principale del pantheon delle divinità greche, cioè l'Olimpo, sorella e sposa gelosa di Zeus, figlia di Cronos, il Tempo, e di Rea, la terra, intesa non come il pianeta Terra, ma come la superficie solida e il suolo coltivabile della terra. Come i suoi fratelli e le sue sorelle, Ade, Poseidone, Demetra ed Estia, fu divorata
    dal padre, Cronos, e poi riportata in vita grazie all'intervento di Meti e di Zeus che, come sappiamo, uccise il padre.
    Si dice che, allora, fu adottata e allevata da Oceano e Tetide, il cui nome significa "colei che ordina od organizza", oppure dalle stesse Ore, che non erano altro se non le divinità delle stagioni.
    Pertanto, a Era si ricollegano immediatamente le nozioni di tempo (Cronos), di organizzazione (Tetide), di ritmo e di stagioni (le Ore) e di acqua che ricopre il mondo (Oceano), tutte caratteristiche attribuite alla Luna anche in astrologia.
    Era divenne la protettrice delle donne sposate. Le sue scene di gelosia, le sue collere e la sua vendetta erano celebri. A Roma, fu identificata con la dea Giunone.



    Fonte: Scoprire e Conoscere l'Astrologia - De Agostini

    Edited by °Mirana° - 31/1/2013, 12:44
     
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