IL MITO DI URANO

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    I MITI DI URANO IN MESOPOTAMIA

    Sappiamo che in questa antica civiltà, culla della nostra cultura, della scrittura, di molte scienze, tra le quali quella dei numeri e dell'astrologia, gli astri-dei erano sette.
    Se è stato relativamente facile trovare nei miti assiri una serie di corrispondenze con le caratteristiche attribuite in astrologia al Sole, alla Luna, a Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, non lo è stato altrettanto per quanto riguarda Urano, Plutone e Nettuno. Sapendo poi che i miti elaborati dai Greci, ai quali noi ancora oggi ci ispiriamo, sono stati anch'essi attinti alle fonti leggendarie e ai miti delle città di Accade e di Babilonia, bisogna per forza poter trovare racconti e personaggi, anch'essi mitici, le cui avventure e caratteristiche presentino analogie con Urano.
    È questo il caso del dio che gli Accadi chiamavano Anu e i Sumeri An, cioè il Cielo, che regna sul Mondo Superiore. Secondo la Cosmogonia accadica, cioè la creazione del mondo secondo gli Accadi, fu Anu a creare i cieli. Così infatti si legge all'inizio di un trattato di astrologia risalente al Ill millennio a.c.: « ... quando Anu, Enlil ed Éa, grandi dei, hanno stabilito nel loro consiglio (puhrum) i progetti (usurati) dei cieli e della terra e li hanno confidati ai grandi dei.» ("Cosmogonie, Mésopotamie" nel Dictionnaire des Mythologies, a cura di Yves Bonnefoy, edizioni Flammarion, 1981). Secondo una leggenda, Anu non interverrà quando Tiamat minaccerà di far sprofondare il mondo nel caos. Sarà allora Marduk, l'equivalente di Giove in Mesopotamia, che riuscirà a vincerlo e a restituire ad Anu la tavola dei destini che Tiamat gli ha rubato. Secondo il mito di Atrahasis, eroe al quale i redattori della Bibbia si sono ispirati nel creare il mito biblico di Noè, Anu viene considerato il padre dei Sette Anunnaki, gli dei supremi i cui servitori e schiavi erano gli Igigi, dei inferiori che possiamo considerare antenati degli uomini. Ora, sarà proprio Anu a prendere le difese degli Igigi nel momento in cui, questi ultimi, sfiniti dal lavoro troppo duro, si ribelleranno e le loro lamentele giurigeranno fino ai cieli. Come possiamo vedere, Anu non resiste al caos ma è solidale con coloro che lavorano, soffrono, si lamentano e si ribellano.
    Non sono forse tutte queste caratteristiche tipicamente uraniane?


    I MITI DI URANO IN EGITTO

    Se assimiliamo Urano al Cielo, come avveniva in Mesopotamia con Anu e come avverrà in seguito con Ouranos in Grecia, allora anche Nut, dea del Cielo, potrà essere vista come una rappresentazione mitica di questo astro in Egitto.
    Nut, tuttavia, non designa altro che la volta celeste mentre suo fratello e sposo Geb raffigura la terraferma.
    Siamo dunque in presenza dei due simboli del Cielo e della Terra che furono separati dal loro padre, Shu, così come avvenne anche, secondo la leggenda assira, dopo che Marduk ebbe trafitto il corpo di Tiamat con una freccia mortale.
    È tuttavia necessario risalire più in alto lungo la gerarchia del pantheon divino dell'antico Egitto. Il padre di Nut e di Geb è dunque Shu, il dio cosmico, personificazione dell'atmosfera terrestre, spesso rappresentato in piedi, a braccia alzate per sostenere Nut, il Cielo, sua figlia, mentre tra le sue gambe si trova Geb, la Terra, suo figlio.
    Ancora una volta, l'atmosfera non è sufficiente a rappresentare perfettamente gli elementi che Urano evoca, Shu e sua sorella Tefnut, la quale, a sua volta, rappresenta l'umidità, furono la prima coppia divina generata da Atum, il dio creatore per eccellenza che venne successivamente assimilato a Ra e divenne, per questo, il dio solare.
    E' dunque nell'Atum originale, così come venne concepito prima di essere assimilato a Ra e divenire una rappresentazione del Sole al tramonto, che va individuata una raffigurazione corrispondente a Urano in Egitto.


    I MITI DI URANO IN GRECIA

    Ouranos, il cielo fecondo, il dio che i Greci soprannominavano il "Re delle montagne" semplicemente perchè il Cielo, del quale era ai loro occhi la personificazione, è evidentemente più alto delle montagne, era un tempo figlio, fratello e sposo di Gaia , la Terra.

    Poichè si riteneva che il vasto cielo ricoprisse tutto il corpo della Terra, è comprensibile che Ouranos avesse avuto tanti figli da Gaia e che quest'ultima, stanca di uno sposo tanto prolifico, ottenesse che uno dei suoi figli, Cronos, evirasse il padre.
    Tuttavia, nonostante questa disavventura, che la psicanalisi ha più volte analizzato considerandola un parricidio castrante dalle conseguenze simboliche e psicologiche profonde, sembri essere la più nota, esiste un'altra leggenda, relativa a Ouranos, che ci pare decisamente più rilevante. Si racconta, infatti, che questo Dio sia stato il primo re degli Atlanti, cioè della famosa e mitica Atlantide della quale, a tutt'oggi, non è stata ancora ritrovata alcuna seria traccia archeologica e storica.
    Ora gli abitanti di Atlantide, così come ci vengono presentati in questa tradizione, danno un'impressione di grande saggezza, di grande sapere e sarebbe stato proprio Ouranos ad aver portato loro la civiltà e la cultura, affidando a essi, per esempio, i segreti del calendario, dei movimenti degli astri e delle previsioni che da essi potevano dedurre.
    Come il dio Anu in Mesopotamia, Ouranos possedeva quindi anche una specie di tavola dei destini che gli consentiva di predire l'avvenire così come gli Atlanti presentavano numerosi punti in comune con gli Anunnaki.



    Fonte: Scoprire e Conoscere l'Astrologia - De Agostini
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    IL MITO DI URANO



    Secondo la tradizione Urano sarebbe nato per partenogenesi della Grande Madre Gea (La Terra) che, stanca di essere sola, si creò un compagno con il quale popolare il mondo. Simbolicamente reca quindi in sé la psicologia di un marito-figlio con una enorme difficoltà a essere padre e uomo, proprio perché non poté avere alcun modello: lui era il primo Dio maschile (Dio del Cielo).
    L'unione tra Gea e Urano diede vita prima ai Titani, poi ai Giganti e infine ai Ciclopi, tutte creature enormi e mostruose che lui si rifiutò di riconoscere e che ricacciò, nonostante le proteste di Gea, nelle viscere della Terra.
    Essendo il Dio del Cielo, Urano rappresenta il mondo del pensiero e delle idee che si oppone al mondo delle emozioni, degli istinti e del corpo, e incarna quel senso di perfezione che può esistere solo finché tutto rimane allo stadio di "idea", ma che è destinato a cristallizzarsi quando assume una forma stabilita.
    Rifiutò i figli perché non rispecchiavano le sue aspettative. Urano, a seguito di questa sua incapacità di accettare quanto la vita gli offriva, fu evirato da Saturno, che raccolse l grido disperato della madre, stanca di vedere le sue Creature rifiutate. Il suo mito è tutto concentrato su questo evento. Un particolare interesse a livello simbolico è, invece, il riconoscimento della figlia Afrodite, che nacque proprio a seguito della sua castrazione. Afrodite, manco a dirlo, era bellissima, una creatura perfetta e il padre la riconosce come figlia in quanto rappresenta l'opera d'arte che permette di fermare l'idea originaria e di trasferirla in un corpo che non la limiti e che le renda giustizia.
    Il mito di questo Dio ci permette di comprendere in modo chiaro la natura del segno dell'Aquario cui è legato. A questo segno interessa il progetto, il pensiero, l'ideazione e il periodo di messa in opera dello stesso; però, non appena tutto è strutturato e finito e ha preso una forma precisa e stabile, perde automaticamente ogni interesse. Urano è il vero Dio del cambiamento e si lega anche al processo di individuazione, ovvero al principio di libertà personale, unico vero propellente che ci spinge ad andare alla ricerca della nostra personalità. Rappresenta la capacità di non coinvolgimento emotivo e la scarsa importanza dei legami e dei vincoli che spesso sono le cause più rappresentative delle dipendenze psicologiche.
    Egli permette di essere sempre pronti al cambiamento, che viene effettuato in modo rapido e determinato, senza alcun rimpianto, proprio come rapido e determinato e del tutto inaspettato fu il taglio dei suoi genitali. Il simbolismo dell'evirazione è così molto chiaro: Urano non può agire finché è schiavo degli istinti e della materia (genitali), e infatti, fino a quel momento, egli genera solo mostri; quando viene operato il taglio, lui genera Afrodite, un essere perfetto e stupendo.
    Psicologicamente ciò significa che solo se non è vincolato da qualcosa di materiale lui può raggiungere la perfezione. Qualunque emozione o istinto lo lega all'incapacità di generare opere perfette, ed è per questo che spesso opera cambiamenti che, all'esterno, possono sembrare del tutto folli, ma che sono frutto del suo bisogno interno di libertà assoluta.


    Sirio n.154 febbraio 1996


    Edited by °Mirana° - 21/2/2013, 03:44
     
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