IL MITO DEI GEMELLI

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    VERITAS VOS LIBERAT
    ......

    Group
    Galassia 🌌
    Posts
    8,249
    like
    +3,799

    Status

    IL MITO DEI GEMELLI



    Al segno dei Gemelli si può associare il puer aeternus, il fanciullo divino di cui tratta Ovidio nelle Metamorfosi.
    Il puer era una creatura immortale ed eterna, immutabile al deterioramento del tempo che scorre. Un essere etereo ed incorporeo, in cui la maturità rimane allo stato potenziale e in ciò richiama la primavera, stagione dei frutti acerbi.
    Veniva rappresentato come un ragazzo dotato di ali, capace di librarsi agilmente nell'aria (suo elemento), con difficoltà a muoversi sulla Terra per un handicap ai piedi.
    Questa raffigurazione ci fa pensare ai Gemelli eternamente adolescenti, vivaci, curiosi, ma quello che deve accettare è che non si può rimanere eternamente giovani ed imparare ad accettare le proprie responsabilità, altrimenti si diventa patetici, soli e depressi.
    Il mito greco associato al segno è quello dei due gemelli Castore e Polluce, detti anche Dioscuri, figli di Leda, moglie del re di Sparta, Tindaro.
    Dall'unione con il marito e con Zeus, trasformato in cigno, Leda generò due uova.
    Da uno nacquero Polluce ed Elena, immortali perché figli del dio, e dall'altro Castore e Clitennestra, figli di Tindaro e Leda e perciò mortali. Polluce fu chiamato da Ovidio il Pugile, poichè amava il pugilato. La dualità associata ai Gemelli è rappresentata quindi dalla doppia natura di Castore e Polluce (mortalità ed immortalità).
    Essi erano molto legati, erano domatori di cavalli e protettori delle navi quando il mare era in tempesta. Parteciparono insieme agli Argonauti all'impresa del Vello d'Oro.
    Il lungo viaggio avvenne a bordo della nave Argo, che fin dall'antichità era associata all'archetipo di una grande nave che attraversava le acque del diluvio, come nel racconto biblico dell'arca di Noè. La nave, con 50 paia di remi, venne costruita sulla scorta dei consigli di Atena (Minerva) e sulla prua disponeva di una trave tagliata nel legno delle querce dell'oracolo di Zeus a Dodona.
    Castore e Polluce rapirono ai cugini, Idas e Linceo, le loro promesse spose, le bellissime figlie di Leucippo e Arsinoe. Ci fu un inseguimento e poi un combattimento tra le due coppie di cugini. Castore venne trafitto dalla spada di Linceo, ucciso poi da Polluce. Idas attaccò Polluce, ma perì colpito da una folgore di Zeus.
    Disperato per la perdita di Castore, Polluce chiese a suo padre Zeus di condividerne la sorte ed allora il dio concesse loro di vivere un giorno in cielo e un giorno in terra.
    Infine, come premio per l'amore fraterno, gli dei portarono entrambi in cielo nell'omonima costellazione, dove sono raffigurati abbracciati.

    Tratto da Miti e leggende del mondo greco-romano di N. Terzaghi Ed. G. D'Anna

    Ciao Lisi :)

    Edited by °Mirana° - 5/2/2013, 20:13
     
    Top
    .
0 replies since 29/1/2013, 12:48   1829 views
  Share  
.