STORIA ED ORIGINI DEI TAROCCHI

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    STORIA ED ORIGINI DEI TAROCCHI



    Da tempo immemorabile l'uomo ricorre a diversi sistemi divinatori per scoprire che cosa gli riserva il futuro.
    Già da diversi secoli la cartomanzia e, in particolare, la lettura dei Tarocchi, costituisce uno dei metodi frequentemente più usati per predire ciò che il futuro, prossimo o meno, può avere in serbo.
    L'arte dei Tarocchi propone un cammino attraverso la storia dei mazzi di Tarocchi e i diversi metodi utilizzati per leggerli, affinchè non solo sia possibile seguire lo sviluppo di queste carte, ma anche conoscere i misteri in esse celati.
    Le prime carte dei Tarocchi risalgono a circa 600 anni fa, sebbene siano giunte testimonianze di mazzi ancor più antichi.
    Nel corso dei secoli, a seguito di cambiamenti introdotti dagli artisti che hanno realizzato i diversi mazzi, si è sedimentato un numero infinito di simboli, di grande interesse per le scienze umane, in particolare per gli studiosi di storia, semiologia e antropologia.
    Lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung, per esempio, trasse dai Tarocchi le soluzioni simboliche a molte delle sue teorie, effettuando molte ricerche sui simbolismi religiosi e mistici, studiò le immagini ancestrali, comuni a tutta l'umanità e presente nei miti e nelle leggende.
    Comunque, i Tarocchi hanno anche un carattere ludico, a prescindere da ciò che essi possano rivelare, in quanto il futuro dipende sempre dalle nostre scelte personali e dal nostro libero arbitrio.


    Elenco mazzi di Tarocchi con un alto valore simbolico:

    - Visconti Sforza (Milano, 1450 circa). Il più antico esemplare di Tarocchi italiano. Splendida riproduzione dell'arte rinascimentale;
    - Mantegna (Ferrara, 1460 circa). Capolavoro dell'arte dell'incisione, ispirato alla mistica cristiana medievale;
    - Etteilla (Parigi, 1795). Il primo mazzo concepito e disegnato esclusivamente per l'utilizzazione dei simboli nella previsione del futuro;
    - Wirth (Parigi, 1888). Discepolo dell'occultista Eliphas Lévi, a cui si deve l'interpretazione dei Tarocchi in relazione alla Cabala. Oswarld Wirth sviluppò un mazzo sulle idee del maestro;
    - Egizio (Parigi, 1896). Basato sugli studi di Jean Baptiste Pitois, questo mazzo collega i Tarocchi di tradizione occidentale con gli antichi simboli religiosi egizi;
    - Papus (Parigi, 1909). Mazzo disegnato da uno dei grandi rinnovatori delle teorie esoteriche dei Tarocchi, affiliato all'ordine dei Rosacroce, dediti alla ricerca della conoscenza;
    - Rider Waite (Londra, 1910). Queste carte, disegnate dallo scrittore americano Arthur Esward Waite, membro dell'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata, una società esoterica inglese, incorporano concetti formulati nell'ambiente dei Rosacroce e sono tra le più usate;
    - Crowley (Londra, 1944). Discepolo di Lévi, Aleister Crowley ideò il proprio mazzo, di ispirazione surrealista ed erotica.

    STORIA DEI TAROCCHI


    "Se affermassi che è giunta fino ai nostri giorni un'opera degli antichi egizi che racchiude i fondamenti di una dottrina magica e religiosa, che nessuno ha studiato fino a questo momento, senza dubbio stimolerei la curiosità di molte persone. E la sorpresa sarebbe ancora maggiore se dicessi che questa magnifica opera è considerata semplicemente uno strano mazzo di carte. Molte persone penserebbero che si tratta di uno scherzo, oppure mi chiamerebbero ciarlatano; eppure quello che affermo è vero. E dirò di più: nessuno, finora, aveva pensato di studiare quest'opera perché nessuno, prima di me, ne aveva intuito l'origine. Sto parlando del Libro di Thot, ossia delle popolarissime carte dei Tarocchi."
    Cominciava all'incirca con queste parole un articolo pubblicato in Francia nel 1781 dall'archeologo massone Antoine Court de Gebelin sulle pagine dell'enciclopedia Le Monde primitit, analysé er comparé avec le Monde moderne. Usando come strumento d'analisi un mazzo dei Tarocchi di Marsiglia, Court de Gebelin approfondiva nel suo articolo lo studio degli Atouts o Trionfi, ossia degli Arcani Maggiori, e il loro rapporto con la religione egizia. In appendice, l'archeologo accludeva lo studio di un suo sconosciuto collaboratore, in cui per la prima volta veniva spiegata l'origine della parola Tarocco come derivazione di Ta-Rosh, la "dottrina di Mercurio".
    Considerando che Mercurio, Thot nella mitologia egizia, era il dio della magia, diveniva evidente il rapporto dei Tarocchi con l'arte divinatoria.

    I TAROCCHI EGIZI E LA CABALA EBRAICA


    Le ipotesi di Court de Gebelin furono analizzate, approfondite e precisate da una lunga serie di occultisti. Il primo fu Jean-François Alliette, meglio noto con lo pseudonimo Etteilla: questo misterioso personaggio accettò l'ipotesi di un'origine egizia dei Tarocchi, e giunse persino ad affermare che furono inventati nell'anno 2170 a.C., durante una riunione di maghi presieduta da Ermete Trismegisto. Diversamente da Court de Gebelin, però, Etteilla giunse alla conclusione che i Tarocchi avevano perso le loro caratteristiche originarie nel corso dei secoli, e decise di restituirli a quella che doveva essere stata la loro forma primitiva: cambiò la numerazione, variò l'iconografia delle figure e diede loro un nome. Furono soprattutto i nomi a fare la fortuna della sua opera, il Libro di Thot, o gioco dei 78 Tarocchi egizi. In una serie di opuscoli pubblicati tra il 1783 e il 1785, Etteila dichiarò che in queste carte erano nascosti i segreti della medicina universale e che esse potevano essere usate per conoscere il futuro.
    Per diversi anni, le rivelazioni di Etteilla furono accettate senza riserve, fino a quando un altro grande studioso, Eliphas Lévi, diffuse, verso la metà del XIX secolo, una nuova verità. Nel suo scritto Dogme et Rituel de La Haute Magie, Lévi difese la teoria secondo cui i Tarocchi non sarebbero nati nell'antico Egitto ma in Palestina, all'epoca dell'ultima rivolta degli ebrei contro i romani. Il fatto che il numero degli Atouts fosse 22, come le lettere dell'alfabeto ebraico, suggerì a Lévi la possibilità di spiegare il significato dei singoli Arcani con l'aiuto della Cabala.

    IPOTESI OCCULTISTE PIÙ RECENTI


    Anche se le interpretazioni di Lévi hanno avuto un'importanza fondamentale per l'esoterismo di scuola occidentale, poiché sono un punto di riferimento obbligato per tutti gli studiosi di scienze occulte, è stato necessario apportarvi alcune modifiche e precisarne diversi passaggi. Per esempio Gérard Encausse, meglio noto come Papus, personaggio di spicco dell'Ordine Cabalistico dei Rosacroce, affermò in uno dei suoi studi dedicati ai Tarocchi, e specificamente a quelli diffusi in Boemia, che "il libro dei Tarocchi, tramandato presso i boemi di generazione in generazione, è il libro primitivo di un antico rito di iniziazione [ ... ]
    Che io sappia, la chiave della sua struttura e dei suoi possibili utilizzi non è stata ancora scoperta. Ho cercato di colmare questa lacuna offrendo agli iniziati, ossia a coloro che conoscono gli elementi della scienza occulta, uno strumento rigoroso con cui sia possibile approfondire i loro studi: Secondo l'iniziato inglese Arthur Edward Waite, creatore di uno dei mazzi più diffusi, "i Tarocchi rimandano a una Dottrina Sacra trasmessa in maniera misteriosa e testimoniata da filosofie quali l'alchimia, la Cabala, le ricerche esoteriche dei Rosacroce e perfino i riti massonici, di cui costituisce, è evidente, una sintesi". Un altro autore molto conosciuto, lo svizzero Oswald Wirth, sosteneva che "i Tarocchi erano imparentati con i naibi, le carte pedagogiche medievali. Probabilmente un iniziato del XIII secolo decise di realizzare un libro cabalistico utilizzando immagini che godevano già del favore popolare, e scelse quelle che più si awicinavano alle ventidue lettere dell'alfabeto ebraico': Secondo Aleister Crowley, infine, i Tarocchi sono il punto in cui si concentrano tutte le energie dell'Universo, e in base a questa interpretazione ha riordinato alcuni degli Arcani e ha trasformato diversi simboli.

    GLI ARCANI


    Il termine "Arcano" viene usato per indicare un segreto di grande importanza, oppure un mistero, qualcosa di occulto e difficilmente conoscibile.
    Per questo motivo le carte dei Tarocchi sono definite "Arcani": le loro misteriose figure nascondono infiniti significati simbolici.

    Le 78 carte di un mazzo di Tarocchi si dividono in due gruppi: gli Arcani Minori, composti da 56 carte suddivise in quattro semi (Coppe o Cuori, Denari o Quadri, Bastoni o Fiori e Spade o Picche, come nelle carte italiane o francesi) ognuno dei quali presenta 14 carte; e le restanti 22 carte, che vengono generalmente chiamate Trionfi o Arcani Maggiori.

    I TAROCCHI PER LA DIVINAZIONE


    Le carte dei Tarocchi utilizzate per la divinazione sono quelle chiamate italiane, in cui i quattro semi nei quali si dividono i 56 Arcani Minori corrispondono ai simboli usati nelle carte napoletane: Denari, Coppe, Spade e Bastoni. Per ogni seme ci sono 14 carte, di cui dieci numerali (dall'Asso al 10) e quattro figure (Fante, Cavaliere, Regina e Re). Le 22 carte degli Arcani Maggiori presentano invece figure speciali ricche di significati simbolici, ognuna con un nome proprio e numerate dallo 0 al XXI o dall'I al XXII, secondo la scuola esoterica cui appartiene il loro ideatore.

    I TAROCCHI E LA CABALA


    Dato che gli Arcani Maggiori sono 22, i Tarocchi sono stati spesso posti in relazione con la Cabala ebraica: altrettante, infatti, sono le lettere dell'alfabeto ebraico; inoltre, per la numerologia cabalistica il 22 rappresenta un numero magico.
    Secondo la tradizione, la Cabala fu consegnata direttamente da Dio al popolo ebraico, quale mezzo per interpretare la sua Parola e per evitare che questa si diffondesse tra gli empi. Per millenni si è tramandata oralmente all'interno di circoli di iniziati. Il sistema della Cabala si articola nel cosiddetto Albero della Vita, che per i cabalisti rappresenta tutte le manifestazioni di Dio e in cui il processo della creazione è simboleggiato dalle dieci sefirot, o sfere, e dai 22 sentieri che le uniscono. Se si segue questo schema, e si collegano i Tarocchi con i testi cabalistici, a ogni Arcano viene fatto corrispondere uno di questi sentieri, e viceversa a ogni sentiero si associa simbolicamente un Arcano Maggiore.

    I SIMBOLI DEGLI ARCANI


    Le molteplici letture possibili dei simboli dei Tarocchi dipendono dal tipo di approccio alle carte (esoterico, astrologico, cabalistico ecc.), ma poiché le varie interpretazioni sono complementari, per comprendere il significato di una carta bisogna considerarle tutte. Naturalmente, l'analisi dei simboli finisce per essere molto complessa, ma ciò non deve sorprendere: gli Arcani sono la sintesi di simboli impiegati da molte culture, in differenti luoghi, nel corso di millenni. Attraverso l'analisi delle figure dei Tarocchi di Marsiglia (il mazzo più tradizionale e, con quello di Rider Waite, il più popolare), si è giunti alla conclusione che i disegni degli Arcani non rispondono a semplici motivi artistici, ma piuttosto costituiscono una sintesi delle teorie sviluppate da diverse correnti filosofiche, culturali e occultistiche.

    I SIMBOLI FONDAMENTALI


    Il ricco simbolismo dei Tarocchi ha originato una serie infinita di speculazioni sulla sua origine, dato che in essi si fondono, tra gli altri temi, immagini bibliche, elementi naturali, costellazioni zodiacali, motivi astrologici, allegorie medievali e riferimenti alla mitologia classica e a quella scandinava. Per esempio, le colonne alle spalle del Papa alludono a quelle del tempio di Salomone, e il melograno che regge La Papessa, in alcuni casi, come nei Tarocchi esoterici di Fournier, è il frutto di Persefone, dea greca degli Inferi. Alcuni simboli, comunque, si ripetono in diversi Arcani, come i seguenti.
    Acqua. Rappresenta l'''oceano primordiale" da cui sorge la terra; è considerata uno trumento di purificazione e di rigenerazione.
    Ali. Sono simbolo di ascensione e spiritualità. Per gli antichi greci rappresentavano l'intelligenza, per i cristiani lo spirito.
    Angelo. È il messaggero del divino; il suo ruolo appartiene al campo dello spirito e dell'intelletto.
    Animale. Come archetipo, l'animale rimanda alle potenze istintive e alla sfera del subcosciente. Inoltre, è il simbolo dei principi e delle forze cosmiche.
    Barba. È un attributo della virilità, del coraggio e dell'autorità. Se chi la porta è di età matura, rappresenta saggezza e autorità spirituale.
    Bastone. È il vincolo verticale tra il cielo e la terra, l'asse del mondo, il simbolo dell'autorità.
    Cappello. Indica la ricezione delle energie superiori e simboleggia i pensieri della persona che lo indossa. È anche un simbolo di protezione.
    Collare. Rappresenta l'unione cosmica fra tutti gli esseri e l'appartenenza dei loro diversi stati a un'essenza comune.
    Colonne. Raffigurano i due pilastri laterali (l'Amore e la Forza) dell'Albero della Vita. Trovarsi tra le colonne significa occupare una posizione importante nel cosmo.
    Fiore. Per la sua forma quasi circolare è associato all'idea del centro, e quindi all'anima; per la sua essenza simboleggia la fugacità delle cose.
    Mantello. Rappresenta la capacità di nascondersi e di sapersi isolare dalle correnti di pensiero dominanti.
    Nudità. Viene collegata all'abbandono dei beni materiali; è anche simbolo di candore e purezza.
    Ruota. Suggerisce la perfezione dello spirito. Immagine sia del movimento, sia dell'immobilità.
    Scettro. È il simbolo della fertilità e del dominio, del potere e dell'autorità.
    Spada. Rappresenta la libertà, la forza e il potere della persona che la sfodera.



    Tratto da Scoprire e Conoscere l'Astrologia - De Agostini

    Edited by °Mirana° - 19/2/2013, 00:37
     
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