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Giuseppe Galeota Al Rami.
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META-RIFLESSIONE
Ognuno può esprimere la propria opinione sull'astrologia. Ma la domanda da porsi è questa: "Ho abbastanza studi e competenze tali da poter dare un giudizio serio? E che valore posso dargli? Definitivo? Provvisorio?" Dipende molto dal nostro grado di umiltà.
L'autodidatta si conferisce da solo il proprio grado di conoscenza, giudica da solo se ha capito o meno un concetto, valuta da solo se la propria esperienza è sufficiente per trarre conclusioni. Resta il fatto che ognuno ha una visione soggettiva di cosa sia l'astrologia o di come essa vada sondata. Nei casi migliori questa idea cambia col tempo. Nei casi peggiori ci si accontenta del proprio giudizio.
E poi molto dipende dagli strumenti che ci permettono di scoprire e capire: l'epistemologia che guida l'euristica. E allora ci si potrebbe porre un'altra domanda: "il mio impianto di regole e valutazione è veramente valido indipendentemente dallo studio dell'astrologia e dall'esperienza pratica?" Perché un conto è l'idea che ci siamo fatti dellastrologia e un conto è se siamo a conoscenza degli schemi mentali che ci guidano a valutare e dare risposte.
E sorge un'altra domanda: "se lo studio e la pratica dell'astrologia sono insufficienti per una corretta valutazione della stessa, cosa posso fare?" Bisogna studiare i propri processi di ragionamento. Infatti si da per scontato che la propria logica sia valida e perciò sufficiente per valutare. E no cari amici: non possiamo esser così ingenui da sopravvalutare il nostro sistema di valutazione se non siamo coscienti degli errori che la nostra mente compie involontariamente durante la processazione delle informazioni da valutare.
In pratica: "chi ci dice che siamo davvero critici?". Ce lo diciamo da noi. "E se ci venisse il dubbio che magari possiamo divenire più critici?" Allora ci converrebbe studiare la logica che guida il processo di scoperta, per individuare le strategie più efficaci. Insomma, se non sai come valutare non puoi valutare. Se credi di poter valutare le cose, semplicemente facendo appello alla fiducia che hai nella tua ragione, allora ti sfugge una cosa importante: sei acritico perché ingenuo.
Ovviamente puoi continuare a formulare le tue idee, ad avere le tue convinzioni senza curarti se veramente hai gli strumenti che servono per diventare più obiettivi; e questo ti farà essere uno dei tanti, un opinionista.
Quando e se capirai che bisogna studiare la logica del processo di ricerca, la logica delle inferenze, allora ti renderai conto di quanto sei stato presuntuoso perché cieco. E allora non sarai un opinionista. Sarai un vero astrologo che parla con cognizione di causa.
Non tutti hanno questa propensione verso la ricerca del vero e di come cercarlo per non ingannarsi. Ma se l'amore verso l'astrologia è grande, prima o poi si accederà a quella conoscenza di noi stessi utile a capire il mondo.
Per conoscere ciò che c'e lì fuori occorre prima conoscere i propri limiti...
E tu, lo sai quali sono gli schemi mentali che guidano le tue valutazioni? Hai mai sperimentato schemi mentali diversi? Hai mai studiato come si effettuano le inferenze logiche per non commettere errori di valutazione? Se non lo hai fatto allora ricordati di essere piu umile la prossima volta che darai la tua opinione. Forse questo ti aiuterà a non dare nulla per scontato né sul mondo è né su te stesso.
La conoscenza è saggezza.
Dott. Giuseppe Galeota Al Rami
Consulenze gratuite scrivendo a [email protected]
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.In pratica: "chi ci dice che siamo davvero critici?".
Io mentre faccio autocritica, Professore!. -
Giuseppe Galeota Al Rami.
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Beh, e come facciamo a sapere se invece non siamo ipercritici quando facciamo autocritica? Noi ci valutiamo col nostro parametro SOGGETTIVO di valutazione. Occorre un metodo oggettivo che ci permetta di uscire fuori dai nostri schemi di valutazione. Non possiamo giudicare l'oggetto quando coincide col soggetto. L'insight, la vera conoscenza e consapevolezza avviene solo quando abbiamo compreso grazie al supporto esterno quali sono i nostri schemi interni. In questo modo siamo sicuri (più o meno) che non stiamo giudicando il nostro interno col nostro metodo interno.
Io inviterei a non confondere l'autocritica funzionale con l'autocritica disfunzionale. Quando ragioniamo sul nostro ragionare stiamo facendo autocritica disfunzionale. Non è il semplice cogito ergo sum. È qualcosa di molto più complesso. Non si tratta di rendersi conto che ci stiamo criticando. Occorre rendersi conto se nel momento in cui ci stiamo criticando siamo davvero critici. E come possiamo saperlo se non abbiamo nient'altro che il nostro schema di valutazione? Occore altro. Occorre uno strumento esterno che appunto ci faccia riconoscere non solo quando ragioniamo sul ragionamento (metaragionamento); ma che questo ragionare sia funzionale, efficace, veramente e razionalmente critico. Non ci possiamo dare pagelle da soli se non apprendiamo co0me uscire fuori da noi per volare oltre il nostro recinto..... -
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Penso che l'autovalutazione subisca indubbiamente la mentalità e la positività o negatività subconscia del soggetto nel vedere le cose, nel valutare gli eventi, di giudicare le circostanze, gli eventi della vita. Pertanto, un soggetto pessimista di natura attribuirà un valore negativo anche a situazioni che di per sé potrebbero essere anche positive o, per cosi dire, "necessarie" e viceversa, cioè un soggetto ottimista vedere la luce anche dove non c'è o ritenersi fortunato anche di fronte ad una situazione esistenziale per altri insoddisfacente.
Ritengo invece che un'osservazione esterna, sicuramente più oggettiva, può avere un approccio più veritiero, disinteressato e magari fornire della chiavi di lettura che il soggetto mai avrebbe immaginato.. -
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Ci sono alcune tecniche filosofiche orientali e non che permettono l'autocriticitá funzionale grazie alla negazione dell'ego, ma capisco che è qualcosa di complicato.
Secondo me, dire che è impossibile a priori mi pare forzato. Non so, in teoria, con la metacognizione ci valutiamo ad ogni istante, magari ogni tanto ben realizziamo lo nostro stato.. -
Giuseppe Galeota Al Rami.
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Beh, a me non risulta che ci sia uno scienziato che abbia fatto appello a queste tecniche per pervenire alla conoscenza dei propri errori di ragionamento.
Sarebbe come dire che senza studiare, e in maniera completamente intuitiva divento capace di fare algebra.
Non si tratta di valutare il nostro stato di coscienza o di lucidità; ma di valutare se stiamo ragionando correttamente, se stiamo facendo una deduzione, un'induzione, un'abduzione, se stiamo commettendo fallacie logiche come per esempio l'ignoratio elenchi, o il petitio principii etc. etc.
Che io sappia non esiste alcuna tecnica orientale (e non) che permetta di raggiungere una conoscenza del genere. Se poi esiste allora risparmio in libri di logica e mi concentro su queste tecniche. L'autooservazione non c'entra nulla con le regole di valutazione del mondo. Un conto sono le regole del ragionare corretto e un conto sono le regole che ci imponiamo per istinto, convinzione, errore, esperienza, limitatezza. È studiando certe regole che possiamo monitorarci e comprendere in quali occasioni commettevamo errori di ragionamento e perché.. -
.Ci sono alcune tecniche filosofiche orientali e non che permettono l'autocriticitá funzionale grazie alla negazione dell'ego, ma capisco che è qualcosa di complicato.
quali?
non è una provocazione, sono curiosa! ho sentito parlare di negazione dell' ego o qualcosa del genere anche attraverso tecniche sessuali, ma non so se c' entri con quello.. -
.CITAZIONEAaron
Ci sono alcune tecniche filosofiche orientali e non che permettono l'autocriticitá funzionale grazie alla negazione dell'ego, ma capisco che è qualcosa di complicato.
SeguoCITAZIONEGinger
ho sentito parlare di negazione dell' ego o qualcosa del genere anche attraverso tecniche sessuali
Sado maso? Kundalini ?. -
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ehm.. non "vengono" s' impongono di non raggiungere l' orgasmo. non so se c' entri con il tantra, ammetto tutta la mia ignoranza in merito comunque tutto ciò ha una matrice "filosofica"
diverso dal "ruined orgasm" che rientra nel sadomaso.
ma forse questo discorso non c' entra niente con quello a cui si riferiva aaron. -
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Ginger ...scopriremo solo vivendo
Ci vuole Shiva Lingam!. -
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ahahahahah aspettiamo il re aaron che venga a saziare la nostra sete di conoscienza.
chiccoooooo
AHAHAHAHAHAHAH 😂
Edited by gingerella - 3/4/2018, 21:27. -
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Ahahahaha
Ps stiamo rovinando il post di Al Rami
Professore ci scusasse anticipatamente. -
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Gin: sì, è nello Gnosticismo che praticano questa cosa. Lo smantellamento dell’ego. Praticamente, si trattiene l’energia dell’orgasmo per indirizzarla verso scopi non egoici, per fare del bene. Una pratica esoterico\spirituale diciamo. . -
Giuseppe Galeota Al Rami.
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Sembra una pratica taoista. Ma a parte ciò nessuna tra queste aiuta nella metariflessione finalizzata alla ricerca scientifica.
Direi che alcuni concetti orientali come la mindfulness sono applicati dalla psicologia per scopi terapeutici; ma penso che molto di quel che è orientale sia solo un mito e non serva per davvero; altrimenti sarebbe stato già appreso in campo psicologico per fini terapeutici o di altra natura.
La psicologia è molto aperta rispetto a qualsiasi tecnica per sviluppare consapevolezza o benessere psicofisico; ma stiamo uscendo fuori tema.. -
.Gin: sì, è nello Gnosticismo che praticano questa cosa. Lo smantellamento dell’ego. Praticamente, si trattiene l’energia dell’orgasmo per indirizzarla verso scopi non egoici, per fare del bene. Una pratica esoterico\spirituale diciamo.
siii esatto mira, quello!! leggendo il commento di aaron mi è venuta in mente questa pratica ma non sapendone praticamente nulla non ero sicura fosse inerente o meno. approfondirò per curiosità.
chiedo scusa al professore per l' OT!.