Le vere origini dell'astrologia

di Dott. Giuseppe Al Rami Galeota

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  1. Giuseppe Galeota Al Rami
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    Panta rei. Tutto scorre, tutto evolve.
    Ma c'è sempre un inizio per ogni cosa.
    Relativamente alla questione astrologia, sappiamo sia un sapere che nel corso dei secoli ha subìto numerose trasformazioni, anche in virtù delle mode, delle filosofie, delle culture, delle tradizioni dei popoli che l'hanno studiata.

    Per esempio sappiamo che c'è stato un tempo in cui si passò dallo zodiaco delle costellazioni allo zodiaco dei segni. E c'è stato un tempo in cui l'astrologia si mischiò prima con l'esoterismo e poi con la psicologia.

    Ma deve esserci stato un momento in cui fu inventata l'astrologia, un momento in cui tutto ebbe inizio. L'astrologia, così come più o meno la conosciamo ha circa 2500 anni; ma la sua storia è molto più antica.

    Prima di perdere la sua valenza religiosa per divenire unicamente tecnica matematica, l'astrologia era culto astrale. Cioè, prima che i Greci applicassero l'astrologia spogliandola dai riferimenti mitologici (infatti non esistono analisi astrologiche dove si parla del rapporto tra posizioni astrologiche e miti), i pianeti erano espressione di potenze divine presso i Babilonesi.

    Perciò quel che animò gli uomini a "inventare" l'astrologia, prima di tutto fu il bisogno di creare un rapporto tra sé e l'ambiente circostante, ma vissuto attraverso il sentimento del numinoso.

    Grazie ai miei studi in campo antropologico e psicologico sono stato il primo a ipotizzare che i culti astrali prima della codificazione delle posizioni astrologiche, erano influenzati dall''idea che i pianeti potessero essere intesi come sostituti delle figure genitoriali.

    Per arrivare a questa ipotesi sono partito dagli studi sul totemismo. Questo è un complesso di credenze che si basano sul presuppostoche esista un legame particolare tra un individuo (o una classe di individui) e un elemento della natura (animale o pianta).

    Il totemismo ha una natura sociale-organizzativa e una religiosa. Quella religiosa si basa su delle proibizioni: non si può per esempio mangiare l'animale o la pianta totem poiché essi sarebbero elementi a cui si è imparentati, per wqualche motivo di ordine mitico, custodito nella tradizione di quel clan, tribù. Dal punto di vista sociale incentiva all'esogamia, cioè a costruire rapporti con persone estranee alla propria famiglia. Non come afferma Freud per evitare incesti, ma semplicemente per aumentare più facilmente il numero dei componenti di una famiglia. In soldoni, si parla di una maggiore apertura al prossimo per incentivare la solidarietà. Ma solo con chi appartiene a totem "amici" al proprio, sempre stabiliti attraverso ragionamenti che affondano nel mito.

    Il tetemismo, perciò presuppone la divisione del mondo in figure parentali stabilite sulla base di analogie: è parente quel che somiglia per qualche motivo e ci si può unire solo a persone con un totem "simpatico" al proprio. Quindi il totemismo si basa sull'analogismo.

    Dunque, la mia ipotesi è che l'astrologia derivi da culti astrali che a loro volta derivano dal totemismo (come afferma C.Lévi-Strauss, non si faccia l'errore di pensare che esista un solo tipo di totemismo): in antica mesopotamia, per esempio, ogni città era sotto il dominio di una divinità; e il sovrano stesso era un totem vivente poiché era "imparentato" con la divinità.

    Appartenere a un segno zodiacale significa avere un "animale totem" che ci è "parente" perché ci somiglia per qualche motivo. E ciò significa che ci saranno totem, ovvero famiglie, categorie di persone, gruppi, appartenenti a totem con cui legare o meno, secondo principi mitici o matematici. Per esempio sono affini i segni che sono in trigono, cioè a 120 gradi di distanza all'interno di un cerchio immaginario che rappresenta la volta del cielo.

    Quindi ciò conferma la mia idea secondo cui il rapporto tra uomo e cosmo dipende dal desiderio che il primo ha di creare figure parentali col secondo, proiettando in cielo appunto dei contenuti interni stabiliti da un'ordine spesso spaziale (per esempio, come accade in alcune tribù australiane, se al momento della nascita ci è vicino un animale, quello diventa il nostro totem- da non confondere con il Manitù, l'animale o lo spirito guida che invece compare in sogno).

    Qualcuno mi fece notare che il termine proiezione si riferisce a qualcosa che abbiamo dentro ma che non esiste in effetti. Difatti non è vero che i pianeti sono Dèi, o i nostri genitori. Ma è da questa proiezione che nasce l'interesse verso l'espressione concreta del pianeta nella vita di tutti i giorni.

    Se nessuno avesse mai avvertito un sentimento (poi svanito col tempo) che faceva sentire la gente come se fosse "imparentata" coi pianeti (perché divinizzati), non vi sarebbe stata grande attenzione, a mio parere, a quel che veramente i pianeti avevan da dirci (e han da dire ancora) dal punto di vista astrologico.

    Questo è secondo me, come ebbe inizio l'astrologia. Naturalmente è poco ed è necessario portare delle prove. Questo naturalmente non ci dice perché l'astrologia funziona e come funziona; non ci dice come in effetti gli antichi fecero a scoprire quali sono le caratteristiche dei pianeti e dei segni. Ma è mio obiettivo scoprirlo andando a scavare nella mente dell'uomo antico.
    Siete pronti a seguirmi in questo viaggio?

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    CHIUNQUE VOGLIA DIVULGARE TALI MIE IPOTESI E' INVITATO A CITARE LE FONTI.
     
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  2. Stefano Barbieri
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    Infatti Giuseppe la cosa più esoterica e che avvicina l'astrologia alla divinazione o forse lo è per chi sa leggere con la giusta "sapienza" è che funziona, ha una rispondenza con quello che succede nella vita di un individuo. E questo anche contro la sua volontà. Ovvero uno si trova proiettato in un destino che non è quello che mentalmente ti eri prefissato. Credo infatti che non si possa giocare con i simboli astrologici anche perché prima o poi vorranno il suo pegno.
    Saluto
     
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    D'accordissimo professore, la sua teoria regge e sposa la compensazione freudiana.
    Secondo me l'astrologia, ad oggi, é ancora un culto astrale (ovviamente oltre scienza sapienzale come da tradizione) questo perché si attribuisce un potere ad una massa orbitante elevandola a divinità, come dice lei, forse per compensazione genitorial-totemica.
    L'astrologia come la religione soprav/vive nei testi, secondo me sono entrambe virus del linguaggio.
     
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  4. Giuseppe Galeota Al Rami
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    Ringrazio per i commenti però non ho capito l'ultima frase. Non ho capito cosa intende dire per virus del linguaggio. Per quanto riguarda il discorso della divinizzazione dei pianeti ciò è vero soltanto per alcune scuole astrologiche ma non per tutte. Per esempio io non credo affatto che i pianeti siano l'espressione di potenze Divine. Ciò era così fino ai Babilonesi e non fu più così per i greci dato che in nessun testo astrologico greco antico vi è riferimento al rapporto tra divinità, miti ed espressioni astrologiche. Già nell'antica Grecia l'astrologia era diventata tra virgolette una scienza, cioè indipendente dalle questioni di ordine mistico anche se serviva a scandire i ritmi sociali e quindi anche la vita religiosa.

    Giusto per chiarire meglio il concetto, i Greci antichi non hanno mai pensato che il pianeta Giove fosse imparentato con Giove della mitologia. Questo lo troviamo già attraverso la lettura del tetrabiblos in cui non si parla assolutamente di divinità e di miti. La Credenza secondo cui esiste un rapporto tra pianeta e mito è una cosa del tutto moderna ma che non trova fondamento negli scritti dell'antica Grecia.
     
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    QUOTE (Giuseppe Galeota Al Rami @ 3/2/2018, 11:53 AM) 
    Ringrazio per i commenti però non ho capito l'ultima frase. Non ho capito cosa intende dire per virus del linguaggio.

    Cercheró di spiegarmi meglio. Il Virus è un parassita intracellulare obbligato, mentre per estensione di concetto, il linguaggio è una forma di vita, immaginiamolo come un essere vivente, ed infatti il linguaggio cresce, si trasforma e muta (con la vita).
    La religione e l'Astrologia (che per me non solo coesistono ma sono anche altamente sovrapponibili, lo spiegheró dopo perchè la penso così) non possono vivere all'infuori del linguaggio, perchè necessitano di continua comunicazione per esistere, di libri per diffondere il Credo.

    Se ancora non si conosce come mai un pianeta, fisicamente influenza la nostra vita, e non metafisicamente come simbolo, il suo ruolo è divinizzato/miticizzato perchè non c'è evidenza incontrovertibile che spiega la natura fisica dell'influenza! Dal punto di vista metafisico il pianeta-simbolo è divinizzato in maniera così palese come in una religione (v. croce et simila) che mi sembra assurdo doverlo spiegare semioticamente.

    Quindi l'astrologia e la religione sono nate come virus del linguaggio, sono parassiti intralinguaggio obbligati perchè si servono del linguaggio per vivere a differenza di altre discipline dove c'è lavoro MANUALE oltre che filosofico, diciamo che sono nate principalemte per giustificare le scelte della classe dirigente che è riuscita a far convogliare la dottrina nell'incoscio collettivo. Palese per me! Una sorta di Matrix se vogliamo!

    Edited by AaronRizlaRiver - 3/5/2018, 04:49 PM
     
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  6. Giuseppe Galeota Al Rami
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    Prima di tutto complimenti per l'originalità degli accostamenti.
    In fin deiconti non vi è nulla di sbagliato in qualcosa che conserva, per esistere, anche una parte parassitaria sostenuta dal linguaggio. Etica, morale, filosofia, religione, sono alcune di queste. A dire il vero esiste la componente attiva oltre che linguistica, per quanto concerne questi ultimi costrutti da me citati. L'etica si evince da comportamenti oltre che da un linguaggio condiviso. E lo stesso vale per la religione che presuppone unan ritualistica. In antichità l'astrologia era astrolatria e in quanto tale svolgeva appunto il ruolo di coordinare comportamenti e azioni sociali.

    Filosofia insomma. E la filosofia è appunto quella parte di sé che per sopravvivere necessita del linguaggio. Logico o meno, formale, matematico o meno, parliamo di astrazioni per interpretare il mondo.

    Ora, non credo che l'astrologia sia nata come virus del linguaggio, ossia come filosofia per spiegare i fenomeni naturali. Ma credo sia nata per dimostrarli. Infatti la dimostrazione presuppone un'esperienza e delle osservazioni oggettive e condivise. Per quanto concerne la fede, le esperienze sono invece soggettive e non riguardano i fenomeni naturali.

    Facciamo un esempio pratico: gli antichi egizi divinizzarono Sirio non perché avevano bisogno di un oggetto qualsiasi per proiettare contenuti inconsci; ma avevano bisogno di oggetti (in questocaso la stella) per dargli un senso sulla base dei fatti osservati.

    L'errore più comune, e che gli storici dell'antica mesopotamia evidenziano più spesso, è quello di credere che gli antichi fossero trogloditi ignoranti in preda alla mania di mistificare ogni cosa. No. Quel che si denota studiando la storia è che il desiderio di praticità era ai primi posti nella scala delle loro priorità: dovevano sopravvivere.

    Il sorgere eliaco di Sirio era il segnale della piena del Nilo; e questo aveva un valore pratico, non metafisico o filosofico. Ma siccome l'uomo ha voluto sempre teorizzare, si è attribuito a Sirio la causa della Piena ed è stato divinizzato, antropomorfizzato.

    Ora qui il problema non è quello di stabilire chi sia la causa di cosa; ma è prima di tutto stabilire che l'astrologia non è una forma di religione benché sia pregna di simbolismo. Appunto è l'osservazione empirica quella che fa la differenza. Sia che teorizziamo scenarifilosofici, sia che ipotizziami scenari religiosi, la levata eliaca di Sirio portava sempre la piena del Nilo.

    Allora qui si torna sempre al solito discorso che ho citato più volte: un conto è il mondo delle idee (le teorie, la logica, l'espisteme) e un conto è il mondo dei fatti (legge Popper/Eccles). L'astrologia si sviluppa come scienza naturale e perciò, tramite le filosofie che si sono susseguite nel corso dei millenni, si è tentato di spiegare i fatti. Quindi ciò che è parassitaria non è l'astrologia in sé per sé, ma è parassitario il tentativo di spiegarla. Esattamente come accade per qualsiasi scienza o sapere.

    Ora, è anche vero che certe corrispondenze non sono sinonimo di una legge di causa ed effetto tra astri e uomo. Ma questo non autorizza a dire che l'astrologia è "filosofia" o "religione". Provvisoriamente possiamo dire che le osservazioni empiriche non sono suffragate da dati scientifici; ma questo non lo vedo affatto un limite.

    Difatti il dato scientifico (e mi riferisco al dato esatto), è un concetto riduzionista che non si sposa bene con la complessità della "vita". Naturalmente questo non deve nemmeno autorizzarci a essere relativisti tout court. Ci vuole un equilibrio. Per questo è nato il cosiddetto realismo critico: elasticità, consapevolezza che non tutto è conoscibile.

    Ma come dicevo prima, questo non deve essere un limite alla ricerca e la desiderio positivista di trovare leggi meccaniciste. Equilibrio.
    Perciò, la posizione che io adotto nello studio dell'astrologia è work in progress, cioè basata sul presupposto che come ogni sapere è magmatico, muta a seconda delle conoscenze che acquisiamo giorno per giorno.

    Il contenuto dell'astrologia, essendo simbolico, è semplicemente un tentativo per spiegarne il meccanismo. Ma al di fuori di ciò c'è l'osservazione empirica.

    Grazie mille per questa preziosissima sua osservazione.
     
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    QUOTE (Giuseppe Galeota Al Rami @ 3/5/2018, 07:04 PM) 
    Prima di tutto complimenti per l'originalità degli accostamenti.

    Grazie ma la teoria della religione-virus non è mia Professore, io l'ho solo estesa all'Astrologia (per le sue analogie con la religione) in questo 3D in cui cerchiamo di spiegare le vere origini dell'Astrologia dal punto di vista sociale-funzionale.
    s. https://it.wikipedia.org/wiki/Virus_della_mente
    notare la versione inglese estesa e decente -> https://en.wikipedia.org/wiki/Viruses_of_the_Mind
    QUOTE (Giuseppe Galeota Al Rami @ 3/5/2018, 07:04 PM) 
    In fin deiconti non vi è nulla di sbagliato in qualcosa che conserva, per esistere, anche una parte parassitaria sostenuta dal linguaggio. Etica, morale, filosofia, religione, sono alcune di queste. A dire il vero esiste la componente attiva oltre che linguistica, per quanto concerne questi ultimi costrutti da me citati. L'etica si evince da comportamenti oltre che da un linguaggio condiviso. E lo stesso vale per la religione che presuppone unan ritualistica. In antichità l'astrologia era astrolatria e in quanto tale svolgeva appunto il ruolo di coordinare comportamenti e azioni sociali.

    Filosofia insomma. E la filosofia è appunto quella parte di sé che per sopravvivere necessita del linguaggio. Logico o meno, formale, matematico o meno, parliamo di astrazioni per interpretare il mondo.

    Ora, non credo che l'astrologia sia nata come virus del linguaggio, ossia come filosofia per spiegare i fenomeni naturali. Ma credo sia nata per dimostrarli. Infatti la dimostrazione presuppone un'esperienza e delle osservazioni oggettive e condivise. Per quanto concerne la fede, le esperienze sono invece soggettive e non riguardano i fenomeni naturali.

    D'accordissimo su tutto ma, ad oggi, l'influenza meccanicistica dei pianeti sull'uomo è creduta per fede, l'esperienza e la statistica da sole non dimostrano proprio un bel niente, non sono prove incontrovertibili per fortuna! Possono solo indicare un trend. È chiaramente un sillogismo aristotelico in cui io non percepisco inganni.

    QUOTE (Giuseppe Galeota Al Rami @ 3/5/2018, 07:04 PM) 
    Ora qui il problema non è quello di stabilire chi sia la causa di cosa; ma è prima di tutto stabilire che l'astrologia non è una forma di religione benché sia pregna di simbolismo. Appunto è l'osservazione empirica quella che fa la differenza. Sia che teorizziamo scenarifilosofici, sia che ipotizziami scenari religiosi, la levata eliaca di Sirio portava sempre la piena del Nilo.

    Per stabilire che l'astrologia non è una forma di religione SERVE stabilire cosa sia causa di cosa. Professore, apparteniamo a due scuole di pensiero diverse, come già abbiamo avuto modo di sapere, però discutere di ciò a me, personalmente, non può fare che bene! Vediamo i limiti delle nostre scuole e conosciamo meglio noi stessi!

    Secondo me quella che fa la differenza in Scienza è la spiegazione dell'osservazione empirica.
    QUOTE (Giuseppe Galeota Al Rami @ 3/5/2018, 07:04 PM) 
    Allora qui si torna sempre al solito discorso che ho citato più volte: un conto è il mondo delle idee (le teorie, la logica, l'espisteme) e un conto è il mondo dei fatti (legge Popper/Eccles). L'astrologia si sviluppa come scienza naturale e perciò, tramite le filosofie che si sono susseguite nel corso dei millenni, si è tentato di spiegare i fatti. Quindi ciò che è parassitaria non è l'astrologia in sé per sé, ma è parassitario il tentativo di spiegarla. Esattamente come accade per qualsiasi scienza o sapere.

    Qui sono morto una decina di volte! L'approccio all'episteme NON può essere parassitario perchè da esso nascono nuove tecnologie, idee, certo può essere estremamente più dannoso di un virus, ma di per sè non è parassitario perchè (si spera) tende al miglioramento.
    In Scienza, ormai si sa, si presentano modelli, raramente verità totemiche per le quali la confutazione è SEMPRE in agguato.

    QUOTE (Giuseppe Galeota Al Rami @ 3/5/2018, 07:04 PM) 
    Ora, è anche vero che certe corrispondenze non sono sinonimo di una legge di causa ed effetto tra astri e uomo. Ma questo non autorizza a dire che l'astrologia è "filosofia" o "religione". Provvisoriamente possiamo dire che le osservazioni empiriche non sono suffragate da dati scientifici; ma questo non lo vedo affatto un limite.

    Neanche per me è un limite, ed infatti mi sono auto-autorizzato conscio del fatto che la filosofia e la religione sono scienze sapienziali come l'Astrologia.
    QUOTE (Giuseppe Galeota Al Rami @ 3/5/2018, 07:04 PM) 
    Difatti il dato scientifico (e mi riferisco al dato esatto), è un concetto riduzionista che non si sposa bene con la complessità della "vita". Naturalmente questo non deve nemmeno autorizzarci a essere relativisti tout court. Ci vuole un equilibrio. Per questo è nato il cosiddetto realismo critico: elasticità, consapevolezza che non tutto è conoscibile.

    Paradosso. Se non tutto è conoscibile la conoscenza del "non tutto è conoscibile" non è conoscibile o È una parte del conoscibile? Se lo è, come mai "non tutto è conoscibile" è conoscibile? Bertrand Russel ci insegna!

    QUOTE (Giuseppe Galeota Al Rami @ 3/5/2018, 07:04 PM) 
    Ma come dicevo prima, questo non deve essere un limite alla ricerca e la desiderio positivista di trovare leggi meccaniciste. Equilibrio.
    Perciò, la posizione che io adotto nello studio dell'astrologia è work in progress, cioè basata sul presupposto che come ogni sapere è magmatico, muta a seconda delle conoscenze che acquisiamo giorno per giorno.

    Il contenuto dell'astrologia, essendo simbolico, è semplicemente un tentativo per spiegarne il meccanismo. Ma al di fuori di ciò c'è l'osservazione empirica.

    Grazie mille per questa preziosissima sua osservazione.

    Grazie Professore per la sua attenzione, è un piacere estremo confrontarsi con lei! Notavo che l'amore che lei ripone nell'Astrologia e come il mio per la Scienza! XD
    Condivido le sue conclusioni in merito alle origioni storico-culturali! Alla prossima, con affetto,
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  8. Giuseppe Galeota Al Rami
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    Grazie ma la teoria della religione-virus non è mia Professore, io l'ho solo estesa all'Astrologia (per le sue analogie con la religione) in questo 3D in cui cerchiamo di spiegare le vere origini dell'Astrologia dal punto di vista sociale-funzionale.

    Va bene uguale ;)

    D'accordissimo su tutto ma, ad oggi, l'influenza meccanicistica dei pianeti sull'uomo è creduta per fede, l'esperienza e la statistica da sole non dimostrano proprio un bel niente, non sono prove incontrovertibili per fortuna! Possono solo indicare un trend. È chiaramente un sillogismo aristotelico in cui io non percepisco inganni.

    Ma infatti! Però è anche vero che per fede si inseguono molte cose della scienza, che sono ipotesi sino a quando non vi è una prova incontrovertibile. Aggiungiamo pure che (tralasciando le scienze esatte) noi diamo eccessiva fiducia (e quindi fede) a qualcosa che è data per certa ma è solo un'approssimazione della verità o dei fatti. Per questo invito all'elasticità. Ora è anche vero che l'osservazione empirica e l'aneddotica in astrologia sono davvero poco. Ma da studioso di psicologia non credo in una forma di "isterismo" generalizzato che induce tutti gli studiosi di astrologia a credere per fede. Evidentemente c'è qualcosa. Ma vorrei soffermarmi su un concetto che è "antiscientifico" ma pur sempre scientifico (e questi sono i paradossi in cui viviamo):

    la psicologia insegna alcuni paradigmi tra cui quello che il sintomo non sia altro che la deformazione di un contenuto inconscio, risultato in ANALOGIA.
    l'ANALOGIA implica una legge legata all'equifinalità, ed essa presuppone qualcosa che non sia meccanicistico o riduzionistico.

    Potremmo prendere in blocco queste affermazioni e gettarle nel water se volessimo aderire con rigore al falsificazionismo popperiano. Ma... ci priveremmo di una conoscenza. Il valore attribuibile a questa conoscenza, a mio parere, non va giudicata in base a quel che spiega in sé per sé; ma in base alla complessità dell'argomento. Cioè, tanto più è compolesso l'argomento e tanto più vaghe e lontane dal falsificazionismo possono essere le nostre risposte. Si tratta di un limite legato alle nostre conoscenze o a un limite legato appunto al principio su cui si basa il realismo critico? Per il momento non si sa, almeno per quanto concerne l'astrologia.

    Per stabilire che l'astrologia non è una forma di religione SERVE stabilire cosa sia causa di cosa. Professore, apparteniamo a due scuole di pensiero diverse, come già abbiamo avuto modo di sapere, però discutere di ciò a me, personalmente, non può fare che bene! Vediamo i limiti delle nostre scuole e conosciamo meglio noi stessi!

    Secondo me quella che fa la differenza in Scienza è la spiegazione dell'osservazione empirica.


    Ciò che afferma è giusto; ma, evidentemente per il quieto vivere delle altre "scienze" ciò che dice viene messo da parte. Per esempio non sappiamo come funziona la coscienza, cosa è e da cosa dipende. Per il momento ci sono solo ipotesi. La coscienza è data dall'attività cerebrale; ma questa attività cerebrale da cosa è data? Il fatto di essere vivi non presuppone la coscienza poiché l'esistenza dello stato vegetativo è una dimostrazione. Allora ciò che fa la differenza, secondo me, non è tanto la spiegazione, ma l'organizzazione del metodo di ricerca. Ciò che conta è che sia applicato il metodo (stando a ciò che vedo accadere).

    Qui sono morto una decina di volte! L'approccio all'episteme NON può essere parassitario perchè da esso nascono nuove tecnologie, idee, certo può essere estremamente più dannoso di un virus, ma di per sè non è parassitario perchè (si spera) tende al miglioramento.
    In Scienza, ormai si sa, si presentano modelli, raramente verità totemiche per le quali la confutazione è SEMPRE in agguato.


    Il concetto di parassitarioè nuovo per me e perciò posso dire inesattezze. Ma a parte ciò, tutto dipende dall'approccio. Io non credo per fede a quel che conosco; ma lo prendo come provvisorio. Nel momento in cui si considera l'astrologia in maniera dogmatica, allora convengo assieme a lei che ci troviamo davanti a una fede.

    Paradosso. Se non tutto è conoscibile la conoscenza del "non tutto è conoscibile" non è conoscibile o È una parte del conoscibile? Se lo è, come mai "non tutto è conoscibile" è conoscibile? Bertrand Russel ci insegna!

    Beh, con un po' di ginnastica mentale possiamo trovare argomenti per rendere tutto paradossale (e in questo esercizio ero molto abile anni fa :) ). Il paradosso svanisce se consideriamo questo orientamento come ipotesi di lavoro. Anche l'ipotesi del realismo ingenuo è paradossale: chi ci dice che tutto sia conoscibile? Vuol dire che si conosce davvero tutto per affermare che appunto sia conoscibile? Eppure questa filosofia è stata adottata per secoli (il cosiddetto positivismo) Parliamo di approcci.

    Grazie Professore per la sua attenzione, è un piacere estremo confrontarsi con lei! Notavo che l'amore che lei ripone nell'Astrologia e come il mio per la Scienza! XD
    Condivido le sue conclusioni in merito alle origioni storico-culturali! Alla prossima, con affetto,
    AA


    Grazie mille di vero cuore. Concluderei suggerendole un libro che forse avrà già letto e che potrebbe animare ancor di più la conversazione: CONTRO IL METODO di P. K. Feyerabend.

    Un abbraccio.
     
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