I QUATTRO ELEMENTI

qualità e temperamenti

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar


    .....

    Group
    Galassia 🌌
    Posts
    4,178
    like
    +1,704
    Location
    Da un altro mondo....

    Status

    I QUATTRO ELEMENTI,
    QUALITA’ - TEMPERAMENTI




    Recita l’assioma di Maria Prophetissa:
    “l’Uno diventa Due, i Due diventano Tre, e per mezzo del
    Terzo, il Quarto compie l’Unità” (1).
    Vorrei aprire così questa relazione, con il richiamo a questo assioma invero un po’ oscuro, che ha
    ripetutamente attratto l’attenzione di uno Jung costantemente affascinato dal simbolismo del
    quaternario (cfr., tra gli altri, Aion).


    Scrive Jung in Mysterium coniunctionis, attingendo ad antichi testi (2):
    «Nostro padre Adamo e i suoi figli (...) furono creati infatti a partire dai quattro elementi”, dice la Turba.
    Nel suo Libro delle Bilance Gabir ibn Hayyan afferma:
    a proposito della creazione del primo essere, il Pentateuco dice che il suo corpo fu composto da quattro cose, che in seguito si trasmisero per eredità: il caldo, il freddo, l’umido e il secco. Esso infatti fu composto di terra e di acqua, di uno spirito e di un’anima. La secchezza gli proviene dalla terra, l’umidità dall’acqua, il calore dallo spirito e il freddo dall’anima.

    Nella siriana Grotta dei tesori si riferisce:
    «Ed essi videro che egli <dio> prese un granello di polvere da ogni parte della terra, e una goccia dall’acqua di ogni natura, e un alito di vento da tutta l’aria che è in alto, e un briciolo di calore dal fuoco di ogni natura. E gli angeli videro che quei quattro deboli elementi, ossia il freddo, il caldo, il secco e l’umido, vennero posti nell’ incavo della sua mano. Allora Dio formò Adamo.»

    In realtà, come vedremo meglio in seguito, ambedue i brani citati menzionano le qualità prime piuttosto che gli elementi; l’idea di base è peraltro assai evidente, come lucidamente espone
    il grande astrologo francese André Barbault nel brano che segue (3):

    «La condizione antropocosmica che si trova alla base dell’idea primaria dell’astrologia – il concetto che il nostro essere e l’universo sono consustanziali – porta l’uomo a considerarsi - in seno ad un mondo in cui egli s’incorpora, nell’ambito di una stessa unità sostanziale - come un prodotto della natura, impastato con l’argilla della sua materia vivente, fatto della sua stessa essenza ed assoggettato alle sue stesse leggi. Non c’è dunque da stupirsi che si ritrovi in esso una tetrade di proprietà assimilabili ai ritmi quaternari della natura e delle loro fasi vitali:

    - quattro tempi della giornata: mezzanotte, levata, culminazione e tramonto del Sole
    - quattro settimane del mese: luna nuova, primo quarto, luna piena e ultimo quarto
    - quattro stagioni dell’anno: primavera, estate, autunno e inverno
    »

    Ritorniamo ancora al Mysterium coniunctionis, l’ultima grande opera del Maestro zurighese.
    In essa troviamo questo passaggio dell’alchimista Blaise de Vigenère (4):

    «L’uomo dunque, che è l’immagine del macrocosmo e che perciò viene chiamato microcosmo o piccolo mondo
    (così come il mondo, che è fatto a somiglianza del suo archetipo ed è composto da quattro elementi, viene detto il grande Uomo), ha anch’esso il suo cielo e la sua terra. Infatti l’anima e l’intelletto costituiscono il suo cielo, mentre il corpo e i sensi sono la sua terra. Conoscere il cielo e la terra di un essere umano è esattamente lo stesso che avere la conoscenza piena e completa del mondo intero e delle cose della natura.»




    Il numero quattro richiama quindi subito alla mente l’idea di completezza, di totalità. «La quaternità
    è un archetipo, che appare per così dire universalmente. Essa è la premessa logica per ogni giudizio
    di totalità.»
    (5)

    Commentando la carta dell’Imperatore del mazzo dei Tarocchi, Sallie Nichols produce il seguente
    elenco di quaternari, senz’altro suscettibile di ampliamento (6):

    Quattro punti cardinali
    Quattro angoli della terra
    Quattro venti del paradiso
    Quattro fiumi dell’Eden
    Quattro qualità degli antichi (caldo, secco, umido, freddo)
    Quattro temperamenti (sanguigno, flemmatico, collerico, melanconico)
    Quattro Evangelisti (Matteo, Marco, Luca, Giovanni)
    Quattro profeti (Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele)
    Quattro angeli (Michele, Raffaele, Gabriele, Uriel)
    Quattro bestie dell’Apocalisse
    Quattro elementi (terra, aria, fuoco, acqua)
    Quattro ingredienti alchemici (sale, zolfo, mercurio, azoto)
    Quattro stagioni
    Quattro figure geometriche di base (cerchio, linea, quadrato, triangolo)
    Quattro fasi lunari
    Quattro lettere dell’alfabeto ebraico che compongono il sacro nome di Dio (Yod, He, Vau, He)
    Quattro operazioni dell’aritmetica
    Quattro virtù cardinali (giustizia, prudenza, temperanza, forza)


    Da parte mia, vorrei aggiungere a questo elenco anche i quattro fiumi infernali (Acheronte, Stige,
    Flegetonte e Cocito), i quattro fiumi del paradiso (Pisone, Gihon, Hiddekel, Eufrate), le quattro
    chiavi di lettura della Divina Commedia (letterale, allegorica, morale e anagogica), e i quattro Padri
    della Chiesa (Agostino, Ambrogio, Girolamo, Gregorio Magno).

    La teoria dei quattro elementi viene generalmente attribuita ad Empedocle, sul cui conto disponiamo poche notizie tramandateci da Diogene Laerzio nel suo “Le vite, le opinioni, gli apoftegmi dei filosofi celebri”, opera riconducibile alla prima metà del III secolo d.C. Diogene Laerzio scrive quindi a distanza di parecchi secoli dagli eventi, e restano anche sconosciute le fonti a cui abbia attinto. Diogene afferma che Empedocle sia originario di Agrigento, e che sia fiorito nella ottantaquattresima Olimpiade, cioè nel 444-441 a.C.: sarebbe quindi nato nel 484-481 e, sempre secondo Diogene Laerzio, morto all’età di sessant’anni.
    Giovanni Reale scrive che il filosofo ebbe “conoscenze vastissime: in lui si fondono filosofia e misticismo, medicina e magia”(7). Seguendo il Reale, apprendiamo che Empedocle denominava “radici di tutte le cose” il fuoco, l’acqua, l’aria e la terra. In pratica, sostanze originarie, indistruttibili e qualitativamente immutabili. Ma c’è di più: gli elementi rappresentano più che sostanze materiali, essi sono divini. Un frammento empedocleo lo suggerisce con chiarezza: «Poiché sappi primieramente che quattro sono le radici d’ogni cosa, Zeus cadente, Era avvivatrice ed Edoneo e Nesti che di sue lagrime distilla il fonte mortale».
    E’ più che evidente la risonanza con i pitagorici, che veneravano il numero quattro e lo consideravano altamente significativo. Filistione, medico della scuola di Empedocle, introduce l’idea che ciascun elemento fosse contraddistinto da una qualità: «del fuoco è proprio il caldo, dell’aria il freddo, dell’acqua l’umido,
    della terra il secco» (8).
    Accanto ai quattro elementi, vediamo poco dopo nascere la dottrina degli umori, esposta nel trattato
    Della natura dell’uomo riconducibile allo stesso Ippocrate (460 a.C. – 377 a.C.) o alla sua scuola di
    medicina. L’uomo è dotato di quattro umori: sangue, flegma, bile gialla e bile nera, dal cui equilibrio o squilibrio dipende la salute o la malattia. La prevalenza di un umore rispetto agli altriproduce il corrispondente temperamento: il sanguigno, il flemmatico, il bilioso e il melanconico.

    Ippocrate ci tramanda la seguente tavola, che avrebbe resistito al trascorrere dei secoli:

    Umore -- Stagione --- Qualità ---- Età dell’uomo -- Sede ---- Deflusso
    Sangue --- Primavera --- Caldo e umido ------- infanzia ----- cuore ------- naso
    Bile gialla --- Estate ----- Caldo e secco ------- giovinezza ---------------- orecchie
    Bile nera --- Autunno --- Freddo e secco ------ maturità ----- fegato ----- occhi
    Flegma ----- Inverno ---- Freddo e umido ----- vecchiaia ------------------ bocca


    Aristotele (384 a.C. – 322 a.C.) sviluppa e porta alla perfezione il concetto delle “qualità” che formano la materia: caldo, freddo, secco e umido. «Fu Aristotele a fissare per secoli la teoria delle proprietà elementari della materia, teoria che costituisce le fondamenta della fisica astrologica di Tolomeo e che gli permette di spiegare scientificamente la natura degli influssi astrali. Aristotele accetta i quattro elementi proclamati corpi semplici da Empedocle, ma considerando ciascuno di essi come coppia di qualità sensibili da scegliersi tra le quattro riconosciute dal tatto, e cioè il caldo, il freddo, il secco e l’umido. In tal modo, l’unione del caldo e del secco produce il fuoco, quella del caldo e dell’umido, l’aria; quella del freddo e dell’umido, l’acqua, quella del freddo e del secco, la terra. Sono tutte le possibili combinazioni, in quanto quelle del caldo con il freddo o del secco con l’umido producono solo una semplice sottrazione d’energia». (9)
    Non desta meraviglia se questi quaternari hanno ad un certo punto manifestato la tendenza ad intrecciarsi, a compenetrarsi per generare una fisica e una fisiologia interamente basata su di essi.
    Nel tempo, la dottrina degli umori non si limita a spiegare la genesi e il decorso delle malattie, ma assume lentamente una connotazione psicologica, perché introduce la corrispondenza tra umore e carattere. Nei Problemi attribuiti ad Aristotele, il XXX può essere considerato come una vera e propria trattazione del temperamento melanconico. Si domanda il grande filosofo: «Come mai tutti coloro che hanno raggiunto l’eccellenza nella filosofia o nella politica o nella poesia o nelle arti sono chiaramente melanconici e qualcuno di essi a un grado tale da soffrire di disturbi provocati dalla bile nera?».

    Osserviamo ora quest’altro schema (10), tramandatoci dall’astrologo greco Antioco d’Atene, la cui vita è d’incerta collocazione, con gli studiosi che lo pongono in un intervallo che va dal I al III secolo dopo Cristo.

    Temperamento -- Umore --- Qualità ------- Pianeta
    --- sanguigno ------- sangue ---- caldo-umido --- Giove-Venere
    ---- bilioso --------- bile gialla ---- caldo-secco --- Marte-Sole
    -- melanconico ----- bile nera ---- freddo-secco -- Saturno-Mercurio
    --- flemmatico ------- flegma ---- freddo-umido --- Luna-Venere


    Pur se le corrispondenze non includono gli elementi, ciò non di meno registriamo qui l’ingresso dei pianeti del settenario classico. Ad ogni pianeta è attribuita una combinazione di qualità, dunque un umore e - di conseguenza - un temperamento. Le qualità di Venere variano in relazione alla sua posizione nello zodiaco (qualità dell’anno) o al suo movimento giornaliero (qualità del giorno). Ma, come abbiamo visto, Aristotele aveva già affermato che i quattro elementi sorgono per combinazione delle qualità, esemplificate come segue:

    Qualità ------ Elemento
    umido-caldo ------ Aria
    caldo-secco ----- Fuoco
    secco-freddo ---- Terra
    freddo-umido ----- Acqua

    Sempre seguendo il pensiero di Aristotele, osserviamo che in ciascun elemento la prima qualità è quella dominante, quindi l’Aria è prevalentemente umida, il Fuoco prevalentemente caldo, la Terra prevalentemente secca, l’Acqua prevalentemente fredda.
    Tralasciando gli sviluppi storici della dottrina degli umori, portata a perfezione dal medico greco Galeno nel II sec. d.C., conviene ora esporre succintamente le caratteristiche principali di qualità, elementi e temperamenti, attingendo a lavori di autori di varie epoche.


    LE QUALITA' PRIME



    Caldo
    Principio dinamico di natura maschile assimilabile a un focolaio d’energia, a una corrente rivitalizzante di forza centrifuga che tende ad esprimersi in slancio espansivo: crescita, sviluppo, spiegamento, dilatazione, motricità, mobilità, diffusione, irraggiamento. Questo dinamismo si porta all’esterno (esteriorizzazione, espansione), in altezza (getto, sprigionamento, slancio), in avanti (proiezione, carica energetica, conquista). E’ un forza di trasformazione.

    Freddo
    Principio statico assimilabile alla forza d’inerzia della materia pesante, che ha potere di assorbimento; potenza immobilizzante di forza centripeta che conduce alla contrazione, alla ritrazione, alla condensazione, alla coagulazione. Questa forza di concentrazione si esercita all’interno (ripiegamento su di sé, accartocciamento, restringimento, riduzione, interiorizzazione, repressione); in direzione del basso (peso morto, appesantimento, cedimento, atonia, abbandono allo stato vegetativo, depressione); all’indietro (freno, regressione, ritrazione, inappetenza, rinuncia). Pur se ostacola l’evoluzione espansiva della vita, costituisce ciò non di meno un agente di fissazione, di condensazione, di conservazione in una struttura acquisita, di stabilità.

    Umido
    Principio di plasticità, di essenza femminile, veicolo del Caldo nell’opera di generazione che ha la proprietà di immagazzinare la forza vitale contribuendo alla sua sostanzialità, alla sua materializzazione. Potenza d’incorporazione per assorbimento, impregnazione, penetrazione, ricettività, fusione, avvolgimento, mescolanza, collegamento. Dissolve, assimila, dilata, amplifica, fa sbocciare, unifica. Valore di liquidità che infiacchisce e tende a rilasciare, ammorbidire, distendere, moderare. Forza di fecondità, favorevole alla crescita e all’espansione vitale. Stato malleabile, flessibile, morbido, liscio, untuoso, avvolto, pieno.

    Secco
    Principio di ritrazione avente la proprietà di ridurre, di condensare, e che conduce alla solidificazione. Potenza di restringimento, di resistenza, con effetto di isolamento, di indurimento, di irrigidimento, di costrizione. Fattore di separazione, di divisione, di polverizzazione:
    arretramento e scissione delle parti a scapito della loro coesione e della loro adesione all’ambiente.
    Processo di difesa, di chiusura di rifiuto, a vantaggio di un percorso d’autonomia, d’indipendenza,
    d’individualità, di selettività. Stato duro, resistente, rigido, frangibile, rugoso, angoloso.

    (Tratto da “L’univers astrologique des quatre éléments” di André Barbault)

    GLI ELEMENTI



    Terra


    In natura è rappresentata da cristalli, minerali e fossili. Nello zodiaco astrologico corrisponde nella sua essenza alla Terra del Capricorno, che è spoglia, dura e severa. Per analogia, è riferibile a valori di stabilità, fissità, rigidità, durata, struttura, concentrazione.



    Acqua


    In natura è rappresentata dall’acqua del mare, a quella materia originaria da cui è scaturita ogni forma di vita. Nello zodiaco astrologico corrisponde nella sua essenza all’acqua dei Pesci, che raccolgono tutte le acque del mondo: acqua piovana, acque fluviali, acque lacustri. Per analogia, è riferibile a valori di adattabilità, ricettività, dissoluzione, impregnazione, assimilazione.



    Fuoco


    In natura è rappresentato da una fiamma montante o dal fulmine del cielo. Nello zodiaco astrologico corrisponde nella sua essenza al fuoco dell’Ariete, selvaggio, indomito, primordiale. Per analogia, è riferibile a valori di motilità in cui sono all’opera forze creative, di trasformazione, ma anche distruttive.



    Aria


    In natura è rappresentata da gas leggeri, impalpabili, volatili, inafferrabili. Nello zodiaco astrologico corrisponde nella sua essenza all’aria dei Gemelli che esprime il massimo della mobilità. Per analogia, è riferibile a un principio d’espansione illimitata nello spazio, alla circolazione, animazione, respirazione.

    Sarebbe però erroneo e riduttivo ricondurre gli elementi a sostanza materiale.
    Gli antichi lo sapevano bene, e Marie Louise von Franz lo rimarca nel suo Alchimia quando scrive:
    «Gli elementi e le qualità possono venir disposti secondo molte varianti diverse. Naturalmente questi schemi non corrispondono alla realtà materiale. Già gli antichi si rendevano conto che si trattava di una semplificazione inadeguata dei fenomeni della materia. Se si va un po’ più a fondo, lo schema dei quattro elementi si rivela insufficiente, come tutti i modelli che vengono proiettati sulla realtà per darle un ordine. Anche i primissimi alchimisti – Zosimo, ad esempio – dicevano questo, ossia pensavano ai quattro elementi non come alla struttura della materia, ma come a un modello mentale, a una griglia simbolica proiettata su di essa: essi ritenevano che attraverso le quattro qualità proiettate sulla materia si vedesse chiaramente un’immagine della totalità.» (11)
    Anche Barbault ci mette sull’avviso: «L’elemento non deve essere inteso come una sostanza, una materia prima o ultima, sebbene come un processo vitale. [...] Gli elementi sono pure forze energetiche. L’Acqua non è quindi tanto il liquido quanto la forza di rilassamento e dissoluzione che genera lo stato di molle fluidità. L’Aria non è tanto un gas quanto la forza centrifuga la cui potenza di compressione, quando si diffonde, conduce il corpo allo stato di fluido elastico, che occupa il maggior spazio possibile. Più che lo stesso corpo solido, la Terra è la potenza di coesione che, nella sua forza centripeta, costruisce la solidità del corpo concentrato, ridotto al suo spazio essenziale. E se il Fuoco è l’igne, lo è in quanto agente di penetrazione e di trasformazione degli altri elementi...» (12)


    GLI UMORI



    Nel corso dei secoli sono state date molteplici definizioni degli umori. Mi piace qui ricordare quelle di Robert Burton, tratte dal suo poderoso The Anatomy of Melancholy, pubblicato nel 1621. Ho attinto a questo Autore, perché il suo trattato rappresenta un’insuperabile fonte del sapere di epoca barocca: Jean Starobinski lo considera “una somma: tutta la «fisica», tutta la medicina, tutte le opinioni morali, una gran parte dell’eredità poetica della tradizione greco-latina e cristiana ci vengono offerte attraverso allusioni, frammenti, scampoli cuciti pezzo per pezzo. Ciò dispenserà numerosi lettori frettolosi dal ricorrere agli antichi: in questo libro dimora un’intera biblioteca.”
    «Il sangue è un umore caldo, dolce, rosso e temperato che si prepara nelle vene mesenteriche, ed è costituito dalle parti più temperate del chilo nel fegato, il cui compito è quello di nutrire il corpo intero, di dargli forza e colore, essendo disperso dalle vene per ogni dove. E da esso si generano nel cuore per prima cosa gli spiriti, che sono successivamente distribuiti dalle arterie alle altre parti del corpo. La pituita, o flegma, è un umore freddo e umido che si genera dalla parte fredda del chilo (o succo bianco che proviene dalla carne digerita nello stomaco) nel fegato; il suo compito è quello di nutrire e inumidire le membra del corpo che, come la lingua, vengono mosse affinché non siano troppo asciutte. La bile è calda e secca, generata dalle parti più calde del chilo, e raccolta nella cistifellea: aiuta il calore naturale e i sensi, e serve per espellere gli escrementi. L’atrabile, fredda e secca, spessa, nera e amara, generata dalla parte più fetida del nutrimento, depurata dalla milza, costituisce un freno agli altri due umori caldi, il sangue e la bile, preservandoli nel sangue, e nutre le ossa. Questi quattro umori hanno qualche analogia con i quattro elementi e con le quattro età dell'uomo.» (13)
    Ma, come abbiamo già visto per gli elementi, oggi non possiamo pensare agli umori come a qualche cosa di materialmente esistente nel corpo umano. Il medico francese Pierre Gallimard afferma:
    «Non si deve considerare gli umori ippocratici alla stregua di liquidi organici. Al contrario occorre capire che per esempio il "sangue" rappresenta per Ippocrate, quando utilizza questo termine, un insieme di caratteri, di tendenze morfologiche e fisiologiche, di predisposizioni e di reazioni 9 morbose, addirittura di fenomeni non più fisici ma vitali fino a giungere a nozioni spirituali, il cui supporto materiale e il cui simbolo è questo liquido rosso, aereo e caldo, che noi denominiamo insieme a lui “sangue”. La parola flegma significa contemporaneamente ogni liquido organico bianco e lattiginoso e l’insieme dei caratteri psicofisiologici che gli sono inseparabili. E così via.» (14)

    I TEMPERAMENTI



    Galeno (ispirandosi a Ippocrate) riteneva che i temperamenti fossero “causati” dalla prevalenza di
    un umore nel corpo umano e, di conseguenza, crea una classificazione tipologica che tuttora
    annovera convinti sostenitori. Osserviamo ora la descrizione dei tipi in un eccellente trattato di
    caratterologia, fermo restando che i tipi puri raramente si riscontrano nella realtà, poiché nell'essere
    umano è molto più frequente la mescolanza di due o più temperamenti. Eccone una breve sintesi.



    Bilioso


    I biliosi sono dominati dall'istinto motore che è un istinto di conquista. Ne risulta una sovrattività motrice che provoca rapidi scambi vitali, e un certo numero di effetti a cascata: grande resistenza alla fatica, forza fisica in contrasto con apparente magrezza, vive reazioni, appetito esagerato che esige alimenti ricchi, una certa ipertermia. Il colorito è giallo: nell'emozione, anziché arrossire impallidiscono. Il fegato funziona bene, ma la loro bile è troppo ricca di colesterina, forse per un eccesso di ferro, poiché tutti cibi ricchi di ferro (come gli spinaci) sono loro nocivi; mancando dunque di fluidità, la bile è mal eliminata e parzialmente viene riassorbita nel sangue. [...] Fisicamente sono caratterizzati soprattutto dal bisogno infaticabile d’attività psichica o intellettuale, ora possente, ora inquieta. Organizzatori, fondatori, esploratori, uomini d'azione, conquistatori, unificano, sintetizzano, lavorano talora sino alla frenesia.



    Linfatico (o flemmatico)


    È diametralmente opposto al bilioso. La sua vitalità è centrata sul istinto di nutrizione e di riserva.
    La lentezza è l'elemento dominante, come il movimento è l'elemento dominante per il bilioso: nelle reazioni fisiologiche, nei gesti, nel passo, nella parola, nel concetto, nella decisione. Il suo organismo sembra essere rimasto ad uno stadio primitivo, vegetativo, di sviluppo. [...] La pelle è rosea, i tessuti sono freddi e molli, i muscoli sono distesi, infiltrati di grasso, scoloriti. La circolazione è debole, le funzioni sono pigre, le reazioni nervose sono tardive, il sonno è pesante e profondo. [...] Psichicamente, linfatismo è sinonimo d’indolenza, di noncuranza, d’indifferenza, di docilità, d’apatia, di placidità.



    Il Sanguigno


    È essenzialmente un respiratorio. È fatto per dilatarsi, per espandersi, per svilupparsi. Ha grande ricchezza di circolazione, molta elasticità di metabolismo, un sangue ricco e ben ossigenato. La pelle è rossa e colorita, morbida e umida al contatto. [...] I sanguigni presentano un'espressione sorridente e beata, accompagnata dai lineamenti ascendenti e arrotondati, dai gesti ampi e curvi. [...] Gli piace la vita allegra, gli piacciono i facili godimenti. Ha soprattutto un imperioso bisogno di movimento e di attività; vuole circolare, detesta lo starsene rinchiuso, ha bisogno dello spazio aperto e dell'aria libera; detesta l'attesa, che è azione compressa.



    Il Nervoso (o Melanconico)


    È così radicalmente opposto a sanguigno, che nei temperamenti complessi non si vedono mai associati questi due quadri. E’ fisicamente sottomesso al predominio delle sue reazioni nervose. Le forme sono assottigliate, affinate: il colorito è bianco e delicato. Il piano cranico predomina su un corpo mingherlino. I gesti sono rapidi e irregolari. E’ predisposto alle affezioni mentali. Le eccitazioni lo trovano iper impressionabile, iper emotivo. Si distingue un tipo ipostenico e un tipo iperstenico. I primi sono temperamenti a risparmio, a riflessi lenti, a gesti ristretti, il cui apparente riserbo copre brucianti ardori e invisibili tempeste. I secondi sono temperamenti di spesa, ipertesi, bruschi, frementi, immagine nativi, instabili, in preda a tutti i disordini dello spirito e della sensibilità. Si agitano senza intraprendere e bruciano senza eseguire. Ma i tipi superiori danno menti intuitive e sottili di pensatori, di credenti, d’artisti.

    (Tratto da “Trattato del carattere” di Emmanuel Mounier)




    Per concludere, vorrei ora accennare alla diagnostica del temperamento tramite l'analisi astrologica.
    Gli antichi ci hanno tramandato la corrispondenza tra pianeti e temperamenti, corrispondenza che è stata poi confermata in modo sorprendente dalle poderose ricerche statistiche dei coniugi Gauquelin. Essi hanno verificato, sulla scorta dell’elaborazione di migliaia di oroscopi appartenenti a personalità di rilievo nel mondo della scienza, dello sport, della letteratura e dello spettacolo, che i tratti caratteriali attribuiti dalla tradizione astrologica ai pianeti Giove, Marte, Luna e Saturno, trovavano riscontro - quando tali pianeti dominavano la carta del cielo natale - nella personalità di individui preminenti nel loro campo, secondo la descrizione che ne era fatta in attendibili biografie.Scendendo nel concreto, e solo per fare un esempio tra tanti, furono selezionati 2.088 campioni sportivi: lo studio del loro oroscopo ha evidenziato che Marte si trovava all’Ascendente o al MC (e 12 quindi assai forte nella loro genitura) con una frequenza tale da escludere che ciò fosse dovuto al caso (la probabilità era di 1 a 5.000.000). La presenza di Marte nell'oroscopo di 3.438 capi militari ha dato egualmente risultati altamente significativi: questa volta la probabilità che il risultato fosse dovuto al caso è dato dal rapporto di 1 a 1.000.000 . La lista delle parole chiave redatta dai Gauquelin per Marte è la seguente: attivo, ardente, combattivo, scavezzacollo, coraggioso, dinamico, energico, focoso, lottatore, offensivo, temerario, valoroso, vivace, volitivo. Siamo dunque in piena astrologia!

    Possiamo ora, per così dire, tentare di chiudere il cerchio stabilendo le correlazioni astrologiche tra pianeti e temperamenti come segue.



    Bilioso:
    la genitura evidenzia il predominio di Marte, Sole, Urano, singolarmente o in combinazione tra loro.

    Flemmatico: predominio di Luna, Nettuno, singolarmente o combinati tra loro.

    Sanguigno: predominio di Giove, Venere, singolarmente o combinati tra loro.

    Melanconico: predominio di Saturno, Mercurio, singolarmente o combinati tra loro.

    Ovviamente il temperamento manifesterà le sfumature relative alle peculiarità dei singoli pianeti coinvolti; saranno inoltre da prendere in considerazione – sebbene abbiano un peso decisamente inferiore rispetto all’angolarità planetaria - altri fattori oroscopici, come la più o meno intensa occupazione dei vari segni zodiacali.

    Spero così di avere destato la vostra curiosità e risvegliato l’attenzione su questa antica, ma sempre attuale, tematica che rientra a pieno diritto nel campo d’indagine dello psicologo del profondo, qualora egli voglia seguire il Maestro quando scrive: «La nostra psiche è costituita in armonia con 13 la struttura dell’universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell’anima.» (15)




    NOTE
    1) C. G. Jung, Psicologia e Alchimia, Boringhieri, Torino, 1981, pag. 26
    2) C. G. Jung, Mysterium coniunctionis, Opere, Vol. 14/2, Torino, 1990, pag. 391, 392
    3) André Barbault, L’univers astrologique des quatre éléments, Editions Traditionnelles, Paris,
    1992, pag. 30
    4) cit. da C. G. Jung in Mysterium coniunctionis, Opere, Vol. 14/2, Torino, 1990, pag. 393
    5) C. G. Jung, Psicologia e Religione, Opere, Vol. 11, Boringhieri, Torino, 1984, pag. 164
    6) Sallie Nichols, Jung and Tarot, Samuel Weiser, York Beach, Maine, 1980, pag. 107
    7) Giovanni Reale, Storia della filosofia antica, Vol. 1, Vita e Pensiero, Milano 1987, pag. 151
    8) cit. da Klibansky, Panofsky, Saxl, Saturno e la melanconia, Einaudi, Torino, 1983, pag. 11
    9) Auguste Bouché-Leclercq, L’astrologie grecque, Ernest Leroux Editeur, Paris, 1899, pagg.
    25,26
    10) Wilhelm Knappich, Geschichte der Astrologie, Vittorio Klostermann, Frankfurt am Main,
    1988, pag. 72
    11) Marie-Louise von Franz, Alchimia, Boringhieri, Torina, 1984, pag.123
    12) Op. cit., pag. 49
    13) Robert Burton, Anatomy of Melancholy, G. Bell and Sons, Ltd., London, 1926, Vol. I, pag.
    169-170
    14) cit. da André Barbault in L’univers astrologique des quatre éléments, pag. 46
    15) C. G. Jung, Ricordi, sogni, riflessioni, Rizzoli, Milano, 1978.


    FONTE: www.enzobarilla.eu/articoli/i%20quattro%20elementi.pdf

    Edited by °Mirana° - 9/5/2013, 21:41
     
    Top
    .
  2.     +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member
    .....

    Group
    Member
    Posts
    3,337
    like
    +1,245

    Status
    III - Dei quattro elementi delle loro qualità e della loro mutua mescolanza.


    V’hanno quattro elementi che costituiscono la base di tutte le cose materiali, e cioè il fuoco, la terra, l’acqua e l’aria, che compongono tutte le cose terrene, non per fusione, ma per trasmutazione e per aggruppamento e in cui tutte le cose si risolvono quando si corrompono.

    Nessuno di tali elementi si trova allo stato di purezza; essi sono più o meno amalgamati tra loro e sono suscettibili di trasmutarsi l’un l’altro.
    Così la terra trasmutandosi in fango e diluendosi si cangia in acqua e una volta seccata e ispessita ritorna a essere terra e evaporandosi pel calore diventa aria e quest’aria, surriscaldata, si cambia in fuoco e questo fuoco, una volta spento, ridiviene ancora aria e raffreddandosi ancora più si metamorfosa in terra, in pietra, o in zolfo, come avviene a esempio della folgore.

    Platone crede che la terra non sia affatto trasmutabile e che gli altri elementi sieno trasmutabili in essa e tra loro reciprocamente.
    Pertanto la terra non trasmutata è separata dalle cose più Sottili, ma è sciolta e mescolata in queste che la sciolgono e di nuovo migra in sè stessa.

    Ciascun elemento ha due qualità specifiche, di cui la prima gli è caratteristica e inscindibile e l’altra è transattiva e comune a un altro elemento.
    Così il fuoco è caldo e secco,
    la terra è secca e fredda,
    l’acqua è fredda e umida e
    l’aria è umida e calda.

    Quando le due qualità sono tutte e due opposte, gli elementi sono contrari fra loro, come il fuoco e l’acqua, la terra e l’aria.

    V’è ancora un’altra specie d’opposizione tra gli elementi, perché alcuni, la terra e l’acqua, sono pesanti e altri, l’aria e il fuoco, leggieri.
    Perciò gli stoici chiamano passivi i primi due elementi e attivi gli altri due.

    Di più Platone stabilisce un’altra distinzione e dà tre qualità a ciascun elemento, ossia:
    - la chiarezza, o penetrazione, la rarefazione e il moto al fuoco;
    - [l'oscurità, o ]ottusità, la densità e l’immobilità alla terra.
    E per queste qualità la terra e il fuoco sono contrari.

    Gli altri elementi prendono da questi le loro qualità:
    - l’aria infatti prende due qualità dal fuoco, la rarefazione e il moto, e una dalla terra, l’ottusità;
    - invece l’acqua ne prende due dalla terra, l’oscurità e lo spessore, e una dal fuoco, il moto.

    Però il fuoco è due volte più rarefatto dell’aria, tre volte più mobile e quattro volte più attivo;
    l’aria è due volte più attiva dell’acqua, tre volte più rarefatta e quattro volte più mobile;
    l’acqua è due volte più attiva della terra, tre volte più rarefatta e quattro volte più mobile.


    Così il fuoco ha lo stesso rapporto con l’aria, che l’aria con l’acqua e l’acqua con la terra e reciprocamente la terra con l’acqua, l’acqua con l’aria e l’aria col fuoco.

    MOVIMENTO
    Moto - Immobilità
     PESO
    Densità - Rarefazione
    FUOCO
    ARIA
    ACQUA
    TERRA
    TERRA
    ACQUA
    FUOCO
    ARIA


    E questa è la radice ed il fondamento di tutti i corpi, nature, virtù ed opere ammirabili.
    Perciò chiunque conoscerà le proprietà degli elementi e le loro mescolanze, potrà agevolmente operare prodigi e eccellere nella Magia naturale.


    VI - Dei tre modi diversi di considerare gli elementi.

    [...]Ciascuno di tali elementi possiede tre qualità differenti; cosìcché il quaternario si completa nel duodenario e, progredendo attraverso al settenario e al denario, giunge a quella suprema unità da cui derivano tutte le virtù e tutte le meraviglie.
    [...]

    (Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim, De occulta philosophia - Magia Naturale, vol. I)

    - - - - - - - > o < - - - - - - -



    Caldo è un moto verso l'esterno ed indica estroversione.
    Freddo è un moto verso l'interno ed indica introversione.
    Umido indica adattabilità.
    Secco indica tensione.

    Il Luscher Test - test dei colori - è un test psicologico che dimostra la validità dei postulati della Tradizione Alchimica, anche se applicato secondo un'ottica moderna validata statisticamente.

    ELEMENTOATTRIBUTOCOLORE
    FuocoCALDO
    Estroversione
    Eterocentrico
    SECCO
    Tensione
    Autonomo
    Rosso
    TerraFREDDO
    Introversione
    Egocentrico
    SECCO
    Tensione
    Autonomo
    Verde
    AriaCALDO
    Estroversione
    Eterocentrico
    UMIDO
    Adattabilità
    Eteronomo
    Giallo
    AcquaFREDDO
    Introversione
    Egocentrico
    UMIDO
    Adattabilità
    Eteronomo
    Blu


    Egocentrico: ha più o meno il significato di "passivo" e indica l'individuo "interessato a sé stesso".

    Eterocentrico: ha più o meno il significato di "attivo" e indica l'individuo "interessato all'ambiente esterno", vi è sotteso il desiderio di "uscire da se stessi".

    Autonomo: è l'equivalente di "essere una causa". L'eccesso di autonomia porta a non considerare le esigenze di armonia dell'ambiente e a scegliere sempre in base alle proprie tendenze ed esigenze. Può essere qualità comune sia all'egocentrico che all'eterocentrico.

    Eteronomo: è l'equivalente di "essere un effetto". Indica che il soggetto è adattabile ed è condotto a scegliere in base all'ambiente. L'eccesso di adattabilità non permette di vivere debitamente le proprie pulsioni con le relative conseguenze.


    (fonti varie on-line)

    - - - - - - - > o < - - - - - - -




    VIII - Della maniera con cui gli elementi si ritrovano nei cieli, negli astri,...


    E’ opinione comune fra i platonici che come nel mondo archetipo tutto si trovi in tutte le cose, lo stesso avvenga nel mondo corporale, con la sola differenza che vi si trova in modo diverso, a seconda cioè la differente natura dei soggetti che ricevono le influenze o le impressioni.

    Così gli Elementi sono non solo in tutte le cose terrene, ma anche nei cieli, nelle Stelle, nei demoni, negli angeli e in Dio Stesso, che è il creatore e l’animatore di tutte le cose.
    Ma se gli elementi s’incontrano in questo mondo inferiore sotto forme grossolane e materializzate, nei cieli invece sono allo stato di purezza e in tutta la loro potenza.

    Così la solidità della terra non avrà nulla di grossolano e di materiale, l’agilità dell’aria non sarà velata da alcuna nebulosità, il calore del fuoco non avrà ardori, ma solo splendori e vivificazioni.

    Tra gli astri Marte e il Sole partecipano del fuoco, Giove e Venere dell’aria, Saturno e Mercurio dell’acqua e quelli dell’ottavo cielo della terra, così come la Luna (che altri nonpertanto credono essere composta d’acqua,) per la ragione che a simiglianza della terra attrae le acque celesti e imbevuta di esse ce le trasmette e comunica per la sua vicinanza.

    Tra le costellazioni alcune sono dominate dal fuoco, altre dall’aria, dalla terra e dall’acqua, perché gli elementi governano i cieli e vi distribuiscono le loro quattro qualità secondo i loro tre ordini differenti e il principio il mezzo e la fine di ciascuno di essi.

    Così l’Ariete prende il suo principio dal fuoco, il Leone il suo progredire e il suo accrescimento, il Sagittario la sua fine;
    il Toro trae il solo principio dalla terra, la Vergine il suo progresso, il Capricorno la sua fine;
    i Gemelli prendono il loro principio dall’aria, la Bilancia il progresso, l’Acquario la fine;
    il Cancro prende il principio dall’acqua, lo Scorpione il suo progresso, i Pesci la fine.

    Gli elementi formano dunque e compongono con la loro mescolanza tutti i corpi, non esclusi i pianeti e i segni zodiacali.


    XVII - Come si possano conoscere e sperimentare i poteri delle cose mercé la loro concordanza e la loro contrarietà.


    Ci resta da connotare come tutte le cose abbiano tra loro simpatie e contrarietà, così che non v’ha nulla che non abbia da temere alcuna cosa, la quale le è ostile e nociva, e al contrario non abbia qualche altra cosa che le è gradita e giovevole.

    Tra gli elementi il fuoco è contrario all’acqua, l’aria alla terra e son tra loro d’accordo.

    Tra i corpi celesti Mercurio, Giove, il Sole e la Luna sono amici di Saturno, e Marte e Venere gli sono contrari;
    tutti i pianeti, Marte eccettuato, sono amici di Giove e, ugualmente, tutti odiano Marte, eccetto Venere;
    Giove e Venere amano il Sole, Marte, Mercurio e la Luna gli sono contrari;
    tutti amano Venere, salvo Saturno;
    amici di Mercurio sono Giove, Venere e Saturno, nemici il Sole la Luna e Marte;
    della Luna sono amici Giove Venere e Saturno e Marte e Mercurio sono nemici.


    Un’altra inimicizia o contrarietà fra i pianeti si riscontra quando abbiano domicili opposti, come tra Saturno e il Sole e la Luna, tra Giove e Mercurio, tra Marte e Venere e la contrarietà è tanto più grande, quanto più i pianeti hanno opposte le esaltazioni, come Saturno e il Sole, Giove e Marte, Venere e Mercurio.

    Invece l’amicizia è tanto più grande, quanto più i pianeti abbiano la stessa natura, qualità, sostanza, potenza, o virtù, come tra Marte e il Sole, tra Venere e la Luna, tra Giove e Venere.

    Così dicasi dei pianeti che abbiano la loro esaltazione nel domicilio di un altro, come Saturno e Venere, Giove e la Luna, Marte e Saturno, il Sole e Marte, la Luna e Venere.
    Le amicizie e le contrarietà dei corpi superiori si riverberano identiche sui corpi inferiori loro soggetti.

    Tali amicizie e inimicizie non sono altro che certe inclinazioni che le cose hanno mutuamente l’una per l’altra, desiderio reciproco che non si appaga che pel possesso, ovvero antipatia per la cosa contraria, che è abborrita e accanto alla quale non è possibile trovar riposo.


    (Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim, De occulta philosophia - Magia Naturale, vol. I)

    - - - - - - - > o < - - - - - - -



    XXII - Come le cose inferiori siano sottoposte ai corpi celesti e come i corpi umani e quanto altro si riferisce all’uomo provengano dalla distribuzione dei pianeti e dei segni.


    E’ certo che le cose inferiori sono sottoposte alle superiori e che in un certo modo, come dice Proclo, le une si ritrovino nelle altre, così che le cose terrestri si riscontrano nel cielo, ma in un modo celeste, e quelle celesti Si possono trovare in terra, ma in un modo terrestre.
    Vale a dire a seconda dei loro effetti.
    Perciò noi diciamo esservi quaggiù esseri solari e lunari, nei quali il Sole e la Luna hanno improntato alcunché dei loro poteri e in tal guisa le cose ricevono alcune proprietà dalle stelle a cui sono sottoposte e dai loro aspetti.

    Noi sappiamo che tutto ciò che è solare agisce sul cuore e sulla testa, perché il domicilio o la cosa del Sole è il Leone e l’Ariete ne è l’esaltazione. Così pure i segni di Marte dominano la testa e i testicoli, a causa dell’Ariete e dello Scorpione e perciò l’immergere in acqua fredda i testicoli di un uomo preso dai fumi del vino e vacillante e il lavarli con aceto costituisce un pronto rimedio.
    E’ assai utile il conoscere in che modo le varie parti del corpo umano siano attribuite ai pianeti e ai segni zodiacali.

    Seguendo le tradizioni degli Arabi, il Sole domina il cervello, il cuore, le coscie, le midolla, l’occhio destro e lo spirito vitale.
    Mercurio la lingua, la bocca e gli altri organi dei sensi così interni che esterni, le mani, le gambe, i nervi, la fantasia;
    Saturno la milza, il fegato, lo stomaco, la vescica, la matrice, l’orecchio destro e la facoltà ricettiva;
    Giove il fegato e la parte più carnosa dello stomaco, il ventre e l’ombelico (e perciò gli antichi hanno posto l’immagine d’un ombelico nel tempio di Giove Ammone), le costole, il petto, gl’intestini, il sangue, le braccia, la mano destra, l’orecchio sinistro e la virtù naturale;
    Marte il sangue, le vene, le reni, il chilo, il fiele, le narici, il dorso, l’effusione dello sperma e le virtù irascibili o passioni;
    Venere le reni, i testicoli, la Vulva, la matrice, la virtù seminale, la concupiscenza, la carne, il grasso, il ventre, il pube, l’ombelico e tutto ciò che serve all’atto venereo, come l’osso sacro, la spina dorsale, i lombi, la testa e la bocca per cui si prodigano i baci;
    la Luna infine, a cui s’attribuisce l’intero corpo e tutte le membra, per la gran varietà dei segni, domina purtuttavia specialmente il cervello, i polmoni, il midollo spinale, lo stomaco, i mestrui, gli escrementi, l’occhio sinistro e la potenza di crescere.

    Ermete dice che la testa d’un animale ha sette fori, distribuiti ai sette pianeti, cioè: l’orecchia destra a Saturo la sinistra a Giove, la narice destra a Marte, la sinistra a Venere l’occhio destro al Sole, il sinistro alla Luna e la bocca a Mercurio.

    Così pure ogni segno zodiacale ha un predominio particolare.
    L’Ariete governa la testa e il viso, il Toro il collo, I Gemelli le braccia e gli omeri, il Cancro il petto i polmoni lo stomaco e i muscoli delle braccia, il Leone il cuore lo stomaco il fegato e la schiena, la Vergine gl’intestini e l’interno dello stomaco, la Bilancia le reni il femore e le narici, lo Scorpione i genitali, il Sagittario l’esterno delle coscie la parte inferiore delle unghie e gl’intestini, il Capricorno le ginocchia, l’Acquario gli stinchi e le tibie, i Pesci i piedi.

    Siccome questi ultimi tre segni sono in concordanza tra i corpi celesti, concordano altresì tra le membra, cosa che si dimostra per l’esperienza, poiché il freddo ai piedi incomoda il ventre e il petto, il che fa si che apportando rimedio agli uni si guariscano anche gli altri e riscaldando i piedi cessi il mal di ventre.
    Le cose che sono sottomesse ad alcuno dei pianeti hanno perciò relazione con le membra, influenzate dallo stesso pianeta, soprattutto quando questo si trovi nel suo domicilio e nella sua esaltazione, giacché le altre dignità, come le terne i termini e gli aspetti, sotto tal riguardo non hanno importanza.

    Così la peonia che ha il colore del limone, il chiodo di garofano, le bucce del limone, la maggiorana, il doricnio, la cannella, lo zafferano, l’aloe, l’incenso, l’ambra, il muschio e in parte la mirra sono rimedi efficaci per la testa e per il cuore a causa del Sole dell’Ariete e del Leone.

    Così la piantaggine, erba di Marte, è efficace al capo e ai testicoli a causa dell’Ariete e dello Scorpione.

    Inoltre i segni di Saturno contribuiscono alla tristezza e alla melanconia, quelli di Giove alla gioia e agli onori, quelli di Marte all’ardimento alle lotte e all’ira, quelli del Sole alla gloria alla vittoria e al coraggio, quelli di Venere all’amore alla voluttà e alla concupiscenza, quelli di Mercurio all’eloquenza, quelli della Luna alla vita volgare; e i costumi e le occupazioni umane sono distribuiti e ripartiti in corrispondenza coi pianeti.
    Perché Saturno governa i vecchi e i monaci, le melanconie, i tesori nascosti e quelli che si conquistano con difficoltà e mercé lunghi viaggi;
    Giove domina gli uomini pii, i prelati, i re, i nobili e i capi, i beni acquistati lecitamente e onestamente;
    Marte governa i barbieri, i chirurghi, gli uomini d’arme, i carnefici, i macellai, i panettieri, i pasticcieri.

    In modo simile le altre stelle manifestano la loro azione, come è descritto nei libri di Astrologia.

    (Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim, De occulta philosophia - Magia Naturale, vol. I)

    - - - - - - - > o < - - - - - - -

     
    Top
    .
1 replies since 30/4/2013, 15:35   2629 views
  Share  
.